Oscar, quello che non si è visto in televisione

Per i vincitori che sono
usciti dal Dolby Theatre con un Oscar in mano, la serata non è
stata così facile come potrebbe sembrare. Dopo il discorso di
accettazione del premio e prima del caviale, dello champagne e
del banchetto del Governor’s Ball, tutti i premiati avevano una
piccola via crucis da percorrere: rispondere alle domande di una
sala stampa con centinaia di giornalisti arrivati da ogni parte
del mondo. La difficoltà non risiedeva solo nel rispondere a una
pioggia di domande rivolte in un inglese dagli accenti più
disparati, ma anche dal dover fronteggiare la confusione del
grande stanzone contiguo teatro, dove i professionisti
lavoravano dalle prime ore della mattina, spintonandosi di
continuo e rischiando di rovesciare caffè o matcha latte sui
computer altrui.
    Mentre i malcapitati cercavano di dare un senso al
riconoscimento appena ottenuto con discorsi meno emozionati di
quelli pronunciati al Dolby, i giornalisti dovevano anche
seguire la cerimonia. Con un orecchio ascoltavano la conferenza
stampa; con l’auricolare calzato nell’altro, seguivano i
discorsi di Jimmy Kimmel e di chi accettava la statuetta. Si
sono creati cortocircuiti piuttosto imbarazzanti. La rumorosa
sala stampa a fine serata era un cimitero di Coca Zero e
gamberoni in salsa cocktail abbandonati sui piatti. I vincitori
delle categorie minori si sono rivelati più generosi dei grandi
divi: Downey Jr. tanto istrionico sul palco, non si è nemmeno
presentato, causando un coro di “Buu”. Emma Stone è arrivata per
ultima, ancora incredula e un po’ svogliata, e nei pochi minuti
concessi l’unica cosa che ha aggiunto al suo discorso di
accettazione è che era riuscita a farsi ricucire il vestito
dietro il palco. Nolan e la moglie-producer Emma Thomas hanno
abbandonato per un attimo il loro aplomb britannico, mentre lei
diceva: “Dobbiamo sostenere le donne che lavorano in
quest’industria. Per Oppenheimer, abbiamo scelto donne
fantastiche nella crew”. In effetti, Jennifer Lame, migliore
montatrice per il miglior film dell’anno secondo l’Academy, è la
prima donna che vince in questa categoria dal 2015. Un gruppo di
stenografe trascriveva le risposte, mentre tre archivisti
rispondevano ai Trivial pursuit dei reporter.
   

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