giovedì, 28 Novembre 2024
Paola Perego: «Dopo Castrocaro, un nuovo programma in coppia con la Ventura»
Venticinque anni dopo la prima volta, Paola Perego torna a condurre il Festival di Castrocaro, in onda su Rai2 martedì 7 settembre. Non è estate senza l’evento che ha lanciato star come Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia e Laura Pausini e che consentirà al vincitore di essere ammesso di diritto all’audizione per i Giovani di Sanremo 2022. A votare sarà una super giuria artistica, ma anche i professionisti e gli esperti di Rai Radio 2 e il pubblico attraverso gli ascolti in streaming sulla piattaforma TimMusic. «Per alcuni di loro Castrocaro potrebbe rappresentare la svolta della loro vita», racconta la conduttrice a Panorama.it, ripercorrendo alcune tappe della sua carriera e anticipando i contenuti di Citofonare Rai2, il nuovo programma domenica che dal 3 ottobre condurrà in coppia con Simona Ventura.
Paola, lei ha condotto Castrocaro nel ’96 con Bonolis. Che effetto le ha fatto tornare su quel palco dopo 25 anni?
«L’emozione è sempre la stessa ed è legata a un fattore chiave che è il cuore del Festival di Castrocaro: aiutare i ragazzi ad inseguire i loro sogni, dargli un palco e una possibilità per esibirsi. Quella possibilità potrebbe essere la svolta della loro vita».
Giovani di ieri e giovani di oggi. Come li ha trovati?
«Venticinque anni fa forse si sognava di più ma c’erano poche chance per mettersi in mostra. Oggi invece hanno più palchi a disposizione – compresi i social – e li sanno usare bene».
Il livello dei concorrenti?
«Molto alto. E lo dicono i giurati, che sono competenti, non io. Li ho trovati appassionati e umili. Due o tre di loro si esibiscono per strada, un po’ come facevano i Maneskin, e hanno affinato il contatto con il pubblico. Si parla sempre male dei giovani di oggi ma chi lo fa è perché li ascolta poco».
A giudicarli saranno Noemi, Boosta, Margherita Vicario e Ermal Meta.
«Di persona conoscevo solo Noemi, ma tutti e quattro mi hanno impressionato per la loro generosità e il tempo che hanno dedicato ai ragazzi. Dopo le prove, li trovavo lì a parlare e suonare. Hanno fatto gruppo, si è creata una grande famiglia. Emotivamente è stato molto bello».
Al suo fianco ci sarà invece Valeria Graci.
«Ci voleva un momento per sciogliere la tensione della gara ed è stata la scelta giusta. Con Valeria ci siamo divertite, lei è una donna intelligente».
Se guarda indietro a 25 anni fa, professionalmente cosa c’è di uguale e cosa di diverso in lei?
«La voglia di fare le cose per bene: se dico uno, devo sapere cento, ero e sono una perfezionista. L’ansia da palco c’è sempre ma non c’è più la paura del giudizio: il percorso per superare gli attacchi di panico mi ha portato a conoscermi meglio e questo ha portato una maggiore consapevolezza».
Lei ha raccontato il suo percorso in un libro molto intenso, Dietro le quinte delle mie paure, in cui si è raccontata per la prima volta senza filtri.
«C’è mi ha dato dell’incosciente per questo ma io le cose a metà non le so dire. Mi hanno accusata per anni di essere fredda e algida ma molto dipendeva anche dai farmaci che assumevo: per placare l’ansia, appiattivano anche le emozioni. Non ti fanno mai essere completamente te stessa, in scena e nella vita privata».
Nel suo libro rivela dettagli molto privati e il risultato è una confessione a cuore aperto. I suoi figli come hanno reagito?
«Molte cose non le sapevano e le hanno scoperte per la prima volta, ricomponendo forse dei pezzi mancanti. Hanno capito che facevo la Wonder Woman ma ero fragile. Io ho capito che proponendo un esempio materno così forte diventavo quasi un modello irraggiungibile e questo è un errore enorme. Giulia e Riccardo non sono di grandi parole ma si sono commossi leggendolo».
Un tema chiave del libro è l’amicizia femminile, un elemento salvifico per lei. Riesce a distinguere chi vuole essere amica di Paola e chi solo della Perego?
«All’epoca no, ero amica di tutti, davo fiducia incondizionata. Le batoste e l’età mi hanno reso più lucida. Oggi sono diversa, più selettiva nei rapporti: gli amici sono la famiglia che ci scegliamo».
Tra le sue amiche c’è anche Simona Ventura, con cui dal 3 ottobre condurrà Citofonare Rai2, la domenica alle 11. Che tipo di amicizia vi lega?
«È un’amicizia matura, scattata da adulte. Ed è una rarità. Mi è stata vicina quando mi chiusero il programma: c’è un sintonia speciale, un legame solido».
Paola Perego e Valeria Graci con la giuria di Castrocaro 2021Ufficio Stampa Rai
Qualcuno scommette che farete il remake di Nemicamatissima.
(ride) «So che qualcuno ha lanciato la scommessa. Ma sono chiacchiere intrise di pregiudizi e come tali vanno ignorate. Chissà, magari litigheremo dopo tre mesi, magari la nostra amicizia si rafforzerà a prescindere dal programma».
Del programma si sa solo che è nato da una sua idea: cosa può anticiparti dei contenuti?
«Ho scritto il format e mi sono detta: «Perché devo condurre con un uomo quando posso farlo con una donna e raddoppiare le forze?». Così ho pensato subito a Simona: saremo una sorta di strana coppia della tv e vogliamo fare un programma che racconti la domenica mattina della gente, per questo sarà un contenitore leggero, con musica live, ospiti, esperti che daranno consigli pratici. Ci ispiriamo alla tv di Michele Guardì, con cui ho lavorato per quattro anni con Mezzogiorno in famiglia».
Una stagione la condusse anche con Massimo Giletti: è vero che svenne durante le prove per un rimprovero di Guardì?
«Per Massimo, che arrivava dai programmi di Minoli, si trattava dell’esordio in video da conduttore. Alle prove prima della prima puntata accadde quell’episodio».
Sfogliando il suo curriculum, quale dei suoi programmi del passato rifarebbe?
«All’inizio della carriera fai quello che ti dicono di fare, poi impari a scegliere. Io sono molto legata a Non disturbare, il mio programma di interviste nelle camere degli hotel che diventavano delle sedute psicanalitiche. Poi Così lontani così vicini: mi piaceva lavorare in esterna, raccontare le storie delle persone. Fu emozionante».
Il successo e la grande popolarità scattarono però con Forum.
«Pensi che io nemmeno lo volevo fare. Quando Lucio Presta, che all’epoca era solo il mio agente, me lo propose, gli dissi: “Tu sei pazzo”. Mi rispose: “Tu devi fidarti di me”. Ebbe ragione: furono quattro stagioni d’oro».
Chiudiamo tornando a Castrocaro, la cui serata è registrata: ha vinto il suo concorrente preferito?
«Sì, assolutamente sì. Ma tutti meritavano il primo posto».
Che cosa augura a questa persona?
«Di trasformare la sua passione in lavoro. La vita prende un’altra piega e tutto un altro gusto».