Parmigiano Reggiano: è polemica sullo spot di “Renatino”, “romanticizza lo sfruttamento”

Parmigiano Reggiano: è polemica sullo spot di “Renatino”, “romanticizza lo sfruttamento”

Negli ultimi giorni è esplosa sulla rete una polemica che ha travolto il Consorzio Parmigiano Reggiano e, indirettamente, l’attore Stefano Fresi. Nasce da uno spot intitolato Gli Amigos, in cui cinque ragazzi in viaggio, insieme a Stefano Fresi, entrano nella fabbrica del Parmigiano Reggiano e incontrano Renatino, fedelissimo dipendente dell’azione che “da quando aveva 18, tutti i giorni, 365 giorni all’anno”. Renatino viene definito dal personaggio di Fresi “l’unico additivo” utilizzato nella produzione del celeberrimo formaggio. Lo spot, della durata di 25 minuti e diretto niente meno che da Paolo Genovese, è stato poi diviso in una serie di spot brevi. Lo potete vedere nella sua interezza di seguito.

Le polemiche

Come si diceva, lo spot, prodotto da Akita Film, ha scatenato accese polemiche sui social. Su Twitter, diversi utenti hanno scritto che esalta “lo schiavismo” e “romanticizza” lo sfruttamento.

A far discutere anche uno scambio di battute i alcuni personaggi e il lavoratore. “Hai mai visto il mare? Parigi? Sciare?”, chiedono i ragazzi. “No”, risponde Renatino. “E sei felice?”. “Sì”. Al che uno dei ragazzi commenta: “Renatino, sei un grande”.

Gli interventi di Christian Raimo

Christian Raimo, scrittore e assessore municipale di Roma, è tra le voci più critiche contro lo spot di Parmigiano Reggiano. Sulla sua pagina Facebook ha scritto diversi messaggi, con commenti al vetriolo. Tra cui questo:

Non si tratta soltanto di aver frainteso una scena inguardabile e intollerabile sotto ogni punto di vista: si tratta – a ben vedere – di tutto lo storytelling che viene costruito dalla campagna, che non mette mai al centro il lavoro e i lavoratori, e in una delle pochissime scene in cui lo fa, li lascia muti a esaltare una condizione di autosfruttamento.

La tutela dei diritti dei lavoratori è una misura banalmente necessaria, la loro voce lo deve essere altrettanto se si vuole raccontare la cultura del lavoro e non solo un ideale esaltazione del prodotto.

C’è stata una riflessione con i sindacati e le Rsu per immaginare insieme questa pubblicità? I lavoratori sono stati coinvolti in qualche modo nell’ideazione e nello sviluppo? Semplicemente: che ne pensano gli operai reali di sentirsi rappresentati come Renatino?

Gli attacchi a Stefano Fresi

Fresi è stato attaccato sui social per la sua partecipazione alla pubblicità, e si è prontamente difeso con due video su Instagram in cui, tra le altre cose, sottolinea come lo spot sia “un’opera di finzione”. La figura di Renatino serve allo sceneggiatore “per magnificare il prodotto” e renderlo “la cosa più incredibile al mondo”. “Perché reagire così a un’opera di finzione?”, si chiede l’attore. “Si può dire che è brutta, si può dire che è bella, ma non farne una lotta di classe, politica, di diritto al lavoro”. E prosegue: “Non è un documentario, in cui si fa vedere che i lavoratori del Parmigiano Reggiano stanno così”.

 

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Raimo non si ferma e ha subito pronta la replica a Fresi:

Forse, dico gentilmente se fai l’attore puoi anche interpretare un serial killer, un kapò in un lager o Darth Vader; ma se fai una pubblicità puoi anche scegliere se dare voce a delle parole che sono irricevibili dal punto etico e politico.

Il dietrofront del Consorzio

Un risultato, dopo tutti questi botta e risposta, c’è stato: il Consorzio Parmigiano Reggiano ha fatto dietrofront e modificherà la campagna. Lo si legge in un comunicato di Carlo Mangini, direttore comunicazione, marketing e sviluppo commerciale:

Ci dispiace se la volontà di sottolineare la passione dei nostri casari è stata letta con un messaggio differente, che non abbiamo avuto la sensibilità di rilevare e che, grazie al dibattito accesosi in rete, raccogliamo con grande rispetto. Questa la ragione che ci conduce a modificare lievemente la pianificazione della campagna, potendo intervenire sul quarto spot apportando alcune modifiche che accoglieranno quanto emerso.

Abbiamo seguito con grande attenzione tutto il dibattito che ha alimentato i topics della rete, con lo stesso interesse e rispetto con il quale seguiamo i contenuti espressi dalla grandissima comunità che in essa si esprime. Il nostro prodotto è inclusivo, gestiamo un patrimonio reputazionale che è merito di coloro che lo producono da quasi mille anni e ne sentiamo l’enorme responsabilità.

Ogni giorno, 365 giorni l’anno, trasformiamo il nostro latte nel più apprezzato formaggio del mondo e lo continueremo a fare con sempre maggiore sensibilità nei confronti di coloro che lo consumano nel mondo.

Fonti: Agi, Sky TG24

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