sabato, 2 Novembre 2024
Pediatri, da salute a scuola sono penalizzati i bimbi del Sud
“Le disuguaglianze nella qualità della vita sono ancora evidenti, dipendono in primo luogo dalla latitudine e iniziano già al momento della nascita”. Per una serie di ragioni di natura economica, educativa, sociale, infatti, “i bambini del mezzogiorno sono tra i più penalizzati” e “vivono una situazione molto critica da un punto di vista sanitario, sociale ed educativo”. Questa la denuncia di Mario De Curtis, presidente del Comitato per la Bioetica della Società italiana di pediatria (SIP), intervenuto al convegno ‘Aspetti medici e sociali dell’età pediatrica in Italia’, in corso presso l’Accademia nazionale dei Lincei, con una relazione dal titolo “Bambini e questione meridionale”.
Secondo i dati Istat relativi al 2018, ha ricordato, “un bambino residente nel Mezzogiorno ha un rischio del 50% in più di morire nel primo anno di vita rispetto ad uno che nasce nelle regioni del Nord. Se il Mezzogiorno avesse avuto lo stesso tasso di mortalità infantile delle regioni del Nord, nel 2018 sarebbero sopravvissuti 200 bambini”. I bambini e ragazzi residenti nel Mezzogiorno, inoltre, “quando sono malati vengono spesso curati in un’altra regione e questa migrazione sanitaria è più evidente rispetto a quelli residenti nel Centro-Nord (11,9% rispetto a 6,9%).” Molte delle problematiche sanitarie del Mezzogiorno riflettono la situazione sociale e della povertà che con la pandemia si è aggravata. La povertà assoluta in Italia nel 2020 ha interessato 1 milione 337mila minori con un’incidenza che varia dal 9,5% del Centro al 14,5% del Sud.
Altra situazione critica è la formazione scolastica. “Al Sud i posti disponibili nei nidi coprono il 14,5% del bacino di utenza potenziale, rispetto al 35,3% al Centro, 34,5% nel Nord-est e 31,4% nel Nord-ovest. La maggior percentuale di abbandono degli studi si è avuta in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia (19,4%, 17,3%, 16,6% e 15,6%). “E’ necessario assicurare a tutti i bambini e ragazzi del mezzogiorno – ha concluso De Curtis – adeguate opportunità di crescita, di cure e di formazione scolastica”. (ANSA).