Pedro Almodovar, ‘il Leone d’oro crea dipendenza’

(dell’inviata Alessandra Magliaro) Il premier spagnolo Pedro
Sanchez si congratula con Almodovar “grande tra i grandi.
    Orgoglio per il cinema spagnolo”. E lui, 74 anni, due premi
Oscar e una vita vissuta raccontando attraverso i suoi film i
cambiamenti epocali della Spagna con la fine del regime di
Franco e la movida degli anni ’80, si è rimesso in gioco di
nuovo andando in America per il primo film in lingua inglese,
con due divine come Tilda Swinton e Julianne Moore e un tema
forte come l’eutanasia. E torna a casa con il Leone d’oro di
Venezia 81 per La stanza accanto.
    “Sono emozionato, non pensavo di vincere il Leone d’Oro. Ma
una volta che c’è l’hai diventi dipendente. Credo che non potrò
vivere più senza questo Leone accanto”, ha detto a caldo il
regista. “Questo premio mi ha fatto piacere, non era scontato
perché ho visto alcuni film del festival, e vorrei vederli
tutti, ma posso dire che è stata un’edizione speciale”.
    Ha sottolineato Almodovar di “sentire affetto dall’Italia,
ogni volta che vengo qui mi sento molto amato, ma è reciproco.
    La cultura italiana è sempre presente nei miei film. Io sono
cresciuto con la cultura pop, cinema e musica, degli anni ’60.
    La conosco tutta, in Spagna era di moda, era un’istituzione”.
    La stanza accanto parla di problemi attuali, come l’eutanasia,
ma è anche la storia di due donne che si parlano in un mondo
agonizzante ma in un modo asciutto rispetto al cinema palpitante
e melodrammatico di Almodovar. “Non volevo forme di
sentimentalismo proprio per questi argomenti – ha risposto
all’ANSA Almodovar – volevo fare un film profondo e austero alla
luce della tematica espressa e la vitalità del personaggio di
Martha, interpretato da Tilda Swinton, che prende la decisione
di togliersi la vita da malata terminale attraverso un atto
consapevole. La mia narrativa è cambiata, meno barocca, dopo 23
film ho piacere di cambiare anche se credo che in tutti i miei
film mi si riconosca. Adesso mi identifico di più con questa
forma, per fortuna quando ero giovane ho fatto film molto pazzi,
folli e questo mi ha tranquillizzato, non ne sento la
necessità”.
    Almodovar ha parlato anche del momento attuale, dei “diritti
che con la destra corrono dei rischi”, augurandosi che
sull’eutanasia ad esempio “i governi trovino il modo di renderla
possibile”, ricordando che solo in pochi paesi viene praticata.
    “Avvertiamo tutti forte la sensazione di catastrofe presente, ma
dobbiamo tentare di vivere la vita con sollievo, cercando di
rendere felici gli altri seppure noi non lo siamo. Speriamo che
l’apocalisse ci dia più tempo prima di scatenarsi”, ha concluso
il regista.
    Il film La stanza accanto, liberamente ispirato al romanzo
della scrittrice Sigrid Nunez (Garzanti), sarà in sala con
Warner il 5 dicembre.
   

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