Pensioni: i programmi delle varie coalizioni a confronto

Se Fisco e tasse sono tra i temi più spinosi che i partiti devono affrontare in campagna elettorale, la riforma delle pensioni non è da meno. Anzi. Storicamente in Italia mettere mano alle pensioni senza causare malcontenti, strappi nelle alleanze, manifestazioni di massa e proteste generalizzate è stato pressoché impossibile.

Di pensioni, però, bisogna parlare e i partiti che, in piena campagna elettorale, si danno battaglia a colpi di programmi lo sanno bene. L’obiettivo è intercettare quella fetta di elettorato composto da lavoratori, giovani e pensionati che si interrogano sul futuro dei contributi versati.

Il Governo Draghi su questa materia è riuscito solo a ottenere una serie di proroghe senza modificare, nella sostanza dei fatti, l’impianto precedente. Il primo appuntamento del nuovo esecutivo, però, sarà col la Legge di Bilancio e quindi con l’inevitabile faccia a faccia col nodo delle pensioni.

Le proposte del Centrodestra

La Lega spinge per allargare a tutte le categorie di lavoratori Quota 41 ovvero il meccanismo anche detto di “pensioni precoci” che prevede che lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, se hanno anche almeno 12 mesi di contributi effettivi versati prima dei 19 anni di età, acquisiscano lo status di “precoci”. In questo modo possono andare in pensione a qualunque età se hanno 41 anni di contributi. Sempre il partito guidato da Matteo Salvini declina alla voce “pensioni” la necessità di permettere alle donne di andare in pensione a 63 anni, rendere strutturale Opzione Donna e Ape sociale e una pensione di garanzia per i giovani con lavori discontinui da mille euro. Più in generale il Centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati) parla di un aumento generalizzato delle pensioni minime, sociali e di invalidità con quella flessibilità in uscita che dovrebbe favorire il ricambio generazionale.

Tra i proclami di queste settimane spicca quello di Silvio Berlusconi che propone l’aumento della minima a 1000 euro.

Le proposte del Centrosinistra

Dall’altra parte dell’emiciclo la coalizione che comprende PD, Verdi e Sinistra Italiana, +Europa e Di Maio articola il programma per punti chiave che confermano la tendenza bipartisan di favorire la flessibilità in uscita. Il Centrosinistra in particolare chiede la riduzione della soglia pensionistica a 63 anni; la pensione di garanzia per i giovani e pensione agevolata per per gravosi e usuranti e caregiver familiari. Si torna a parlare di rafforzamento della della previdenza complementare e della necessità di rendere Ape Sociale e Opzione Donna strutturali

Le proposte del Centro

La coalizione formata dal tandem Renzi-Calenda guarda ai giovani. Il programma indica il progetto di incentivare la previdenza complementare per gli under 35, con l’eliminazione della tassazione del 20%. Sui testi programmatici depositati poi si attraversano alcuni temi senza ulteriori approfondimenti. Si legge del divario fra le pensione degli autonomi e quelle dei lavoratori dipendenti, l’aumento della spesa pensionistica determinato dall’invecchiamento della popolazione. Politiche a favore della natalità e per la famiglia.

Le proposte del Movimento 5 Stelle

Lo spauracchio dei pentastellati è il ritorno alla Fornero e quindi il programma elettorale gioca tutta una serie di carte per allontanare il fantasma del precedente sistema previdenziale. In particolare si parla dell’ampliamento delle categorie dei lavori gravosi e usuranti e attraverso meccanismi di uscita flessibile dal lavoro. Pensione di garanzia per i giovani e riconoscimento del tirocinio a fini pensionistici; pensione anticipata per le madri lavoratrici e incremento delle pensioni di invalidità.

Leggi su panorama.it