Peppe, l’oro di Napoli in cucina a Tokyo

dell’inviato Tullio Giannotti (ANSA) – TOKYO, 27 LUG – “Io non sono uno chef, sono un
pizzaiolo. Ma ai miei ragazzi in cucina – giapponesi e italiani
– spiego come voglio che escano i piatti. Li voglio come mi ha
insegnato mia nonna, le polpette, le lasagne senza besciamella,
con ricotta, salame e mozzarella”: Giuseppe Errichiello, 37
anni, per tutti a Tokyo solo “Peppe”, ha “il cuore a Napoli e la
testa in Giappone”. Nella capitale giapponese ha due ristoranti,
che si chiamano “Napoli sta ca” e in pochi anni sono diventati i
punti di riferimento della cucina italiana. In questi giorni di
Olimpiadi, la sua specialità, le pizze, le fa anche a Casa
Italia, centro di gravità per dirigenti azzurri e giapponesi
(molti) affascinati dallo stile di vita ‘azzurro’.
    “Il nostro successo – racconta Peppe all’ANSA – è l’originalità.
    Chi viene da noi deve rispettare il nostro concetto di
napoletanità, non meravigliarsi se si parla a voce alta, deve
inserirsi nel contesto”. Per questo, ai suoi clienti non
risparmia nulla, chi entra lo fa veramente per una full
immersion partenopea, a cominciare da sciarpe e gagliardetti del
Napoli Nippon Club da lui fondato, con le foto di Maradona
ovunque. Da Napoli, Peppe se ne andò quando aveva 20 anni, dopo
un’infanzia e un’adolescenza difficili.
    Quello di Peppe, ormai, è diventato un business importante, 3
società di import-export di alimentazione fra Italia e Giappone,
i due locali diventati in pochi anni punti di riferimento dove
vanno a mangiare (ma in tempi di pandemia non manca il delivery)
personalità giapponesi e vip italiani di passaggio (Peppe
snocciola i nomi, fra gli altri Beppe Grillo, Zucchero e,
ovviamente, il presidente del Coni, Giovanni Malagò). Ora pensa
a una serie di stage nell’istituto alberghiero di San Giovanni a
Teduccio, a Napoli, per aprire la strada ai napoletani che
vogliono andare a lavorare in Giappone. “Parlo giapponese –
racconta – l’ho imparato lavorando. Qui ho cominciato una nuova
vita, l’ho costruita da solo dopo anni difficili. Anche se si
nasce sfortunati, ci si può riscattare”, aggiunge con il suo
forte accento napoletano. (ANSA).
   

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