domenica, 2 Febbraio 2025
Per la Candelora primo ciak a Montevergine di ‘Neremadonne’
Il sole sorge illuminando il
paesaggio di cinque siti campani mentre, al ritmo delle
tammorre, delle voci intonano un canto antico: “simme jute e
simmo venute/quanta grazie c’avimm’ avuto…”. Dal mare del Golfo
di Napoli (Madonna del Carmine), alle montagne di Montevergine
(Avellino), Moiano (Benevento) e Puccianiello (Caserta), fino
alla pianura che circonda Pagani (Salerno, Madonna delle
Galline) cinque donne, di età differenti, si rivelano all’inizio
della loro giornata con gesti semplici e dal gusto della
quotidianità: il caffè sul fuoco, un bacio al marito che sta per
uscire, il risveglio torpido prima della scuola, la corsa per
andare a lavoro. Lo sguardo sulle loro vite sembra correre,
oltrepassandole, per scorgere nuovi dettagli dell’ambiente che
le circonda fino ad un luogo che rappresenta il cuore geografico
della loro esistenza: il Santuario dedicato alla Madonna Bruna
che tutto sa e tutto vede. È il mondo di “Neremadonne”
lungometraggio documentario di Cristiano Esposito e Simona
Pasquale prodotto da Coop.Ar.Tu.Ro in collaborazione con Film
Edit Production (anche squadra interna per le riprese)
finanziato da Regione Campania, Film Commission Regione
Campania, Teatro Serra, Procida Wi-Fi. Voce narrante Alessandro
Incerto. Musiche e arrangiamenti Mario Fasciano. Squadra esterna
Gerry Cibelli e Flaviano Mattino. Primo ciak oggi a Montevergine
in occasione della Candelora.
Il film racconterà il rapporto tra cinque territori della
Campania con le proprie Madonne Brune: dove si trova un
santuario ad esse dedicato, nascono o rinascono le attività e la
socialità, si recuperano spazi di vita e condivisione, si
riscoprono antiche colture e mestieri. Al centro di questi
processi ci sono le donne, protagoniste di un racconto
personale, in dialogo con studiosi di Arte, Antropologia,
Teologia ed Economia, intrecciato in una struttura narrativa
circolare, che rimanda alla “circolarità della storia”, per
suggerire la dimensione “favolosa” di sospensione, propria del
tempo festivo, coinvolgendo lo spettatore in una narrazione in
bilico tra realtà e immaginazione.
“La Campania è una terra dall’ecosistema culturale e
devozionale ricco di sfumature. Santi e Madonne connotano la
scansione temporale, all’interno di piccole e grandi comunità,
scandendo i ritmi di vita, definendo gli spazi e fissando le
regole che permettono di riconoscersi e diffondere legami – dice
Cristiano Esposito – Le Madonne Nere, rappresentano
un’opportunità narrativa per la loro duplice natura: madri
pietose e accoglienti e, allo stesso tempo, Dee potenti e
terribili”.
Oggi, come ogni anno – e per tutto l’anno – migliaia di
fedeli saliranno, in tanti a piedi, percorrendo 17 chilometri di
sentieri che da Mercogliano portano in cima ad una delle vette
più alte dell’Irpinia, per omaggiare ‘Mamma Schiavona’.
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