Picco di polmoniti da influenza, ospedali in affanno

 Con l’impennata dei casi di sindromi simil-influenzali delle ultime settimane stanno crescendo anche le polmoniti e, con esse, la pressione su medici di famiglia e ospedali, che spesso sono costretti a trattenere a lungo i pazienti in pronto soccorso in attesa che si liberi un posto in reparto. È l’allarme lanciato da diverse società scientifiche.

Gli ultimi dati del sistema di sorveglianza RespVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità hanno mostrato un aumento del numero di casi di sindromi simil-influenzali nell’ultima settimana. Maggiormente colpite sono Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia e Sardegna. Oltre ai virus influenzali, contribuiscono alla crescita dei contagi, tra gli altri, il Virus Respiratorio Sinciziale, SarsCoV2, Rhinovirus, il Metapneumovirus. “La co-circolazione di questi diversi virus può aumentare il rischio clinico e la possibilità di complicanze soprattutto nei pazienti anziani, nei fragili con patologie croniche o con alterazioni del sistema immunitario e nei bambini al di sotto dei 5-6 anni d’età”, spiega Roberto Parrella, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit).Lo conferma Lorenzo Palleschi, Presidente della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (Sigot): “Stiamo osservando un notevole incremento del numero di casi di influenza con complicanze a livello polmonare”, afferma. Cresce, dunque, la necessità di rivolgersi agli ospedali. “La maggior parte dei Pronto Soccorso delle grandi città sono intasati, con il fenomeno del boarding al proprio interno, per cui i pazienti qui stabilizzati sono in attesa di essere ricoverati in altri reparti; vi sono stati anche alcuni blocchi delle ambulanze”, aggiunge Palleschi.

Non va meglio sul territorio. “Studi, ambulatori, visite domiciliari sono di fronte a una grande pressione. Siamo al massimo impatto epidemiologico”, spiega Alessandro Rossi, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. A complicare le cose, le caratteristiche dell’influenza di quest’anno che tende a protrarsi più del solito: “la forma acuta con febbre dura 3-4 giorni, seguiti da una fase di sintomi come astenia, cefalea, dolori muscolari. C’è il rischio di prescrizioni inappropriate di antibiotici che dobbiamo cercare di gestire e governare”, conclude il medico che invita a “migliorare le coperture vaccinali, poiché siamo lontani dalle coperture ottimali”. 

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