martedì, 26 Novembre 2024
Pitti chiude oltre le aspettative, in un’ode all’eccellenza sartoriale italiana
Pitti vince la sua scommessa contro la pandemia e passa il testimone a Milano dove, a partire da oggi fino a martedì sfileranno (in versione phygital) le collezioni uomo per il prossimo autunno/inverno.
La kermesse fiorentina si chiude dunque con risultati che vanno ben oltre le aspettative. Presenti all’evento circa 4.900 compratori di cui circa il 30% proveniente da 60 paesi esteri come Olanda (138 buyer), Francia (134), Spagna (124), Germania (120), ma anche Cina, Giappone, Corea del Sud ed Emirati. Nel complesso, le presenze a Pitti 101 raggiungono le 8.000 unità. «C’è grande voglia di ricominciare e Pitti Immagine ha fatto bene a credere nel progetto fiera: era l’occasione giusta» ha commentato lo stilista Andrea Lardini.
«È stato un appuntamento giusto e andava fatto: ci siamo tutti meritati questo Pitti» ha invece dichiarato Raffaello Napoleone, amministratore delegato dell’evento. Un Pitti, insomma, che dimostra l’ottimismo e la resilienza di un’industria fondamentale per la nostra economia. «C’era bisogno di sostegno forte, di fiducia, in un momento in cui i contagi sono aumentati, ma le fiere per legge si possono fare, e l’economia reale legata ai settori specifici che noi rappresentiamo aveva bisogno di un segnale di tenuta. Noi l’abbiamo dato» ha proseguito Napoleone.
Le aziende presenti alla 101esima edizione di Pitti sono state sapientemente divise in tre filoni, a cui si è aggiunto un progetto dedicato alla sostenibilità: S|Style Sustainable Style. Tra gli stand di Fortezza da Basso è stato possibile scoprire le nuove collezioni di brand dall’anima tecnologia che spingono creatività e artigianalità verso la performance in una continua ricerca di un nuovo contatto con la natura (Dynamic Attitude). Al loro fianco, una selezione di brand avanguardisti, creati da giovani designer che fanno della eco-responsabilità e della contaminazione culturale e sociale il loro punto di partenza (Superstyling).
Immancabile a Pitti Immagine, anche un focus sul formale. Ecco allora che ala macro area «Fantastic Classic» dà spazio all’eleganza brit e all’eccellenza italia con la sua passione per l’alta artigianalità e l’attrazione per i dettagli performanti. «Il formale è nel nostro Dna, un imprinting che il tempo non scalfisce, ma viene rinvigorito aprendosi a contaminazione contemporanee e scelte innovative» si legge nella nota introduttiva.
I brand che rappresentano questo universo partono dai codice del classico maschile, ricercano dettagli e accostamenti inediti, sperimentando un continuo aggiornamento di temi senza tempo. Dai capispalla tecnici ai pantaloni sartoriali, dagli accessori distintivi al luxury knitwear, queste collezioni si rivolgono all’uomo attuale – un po’ dandy, un po’ businessman – che guarda oltre la tradizione pur continuando a desiderare un guardaroba ineccepibile, fatto di capi iconici, con in quali creare un legame indissolubile.
Arthur Arbesser x Baldinini
Brand autorevoli – dal ricco storytelling – a partire da un grande ritorno, quello di Aldo Maria Camillo che proprio a Pitti Immagine Uomo ha fatto il suo debutto nel gennaio 2019. Il suo brand si eponimo si basa su una nuova forma di tayloring che libera il formale dai suoi canoni classici, trovando un nuovo linguaggio che esprima eleganza nel mix tra universi apparentemente distanti, senza mai tradire quella sensualità da sempre presente in ogni sua creazione.
Ma Pitti è anche teatro di nuove sinergie creative, come quella tra il designer austriaco Arthur Arbesser e il brand di calzature Baldinini, che nel 2020 ha festeggiato i suoi primi 110 anni. Una collezione declinata in cinque modelli per uomo e per donna che rendono omaggio all’heritage del brand con un nuovo twist contemporaneo. Mocassini, stringate, tronchetti d’ispirazione texana decorati da grafismi black & white si affiancano a boots dalle fantasie optical. «Dopo lo scenario pandemico, rinnovarsi è diventata una necessità per l’azienda. Questa si è concretizzata in una strategia finalizzata sia a uno sviluppo sul territorio internazionale, avente come fulcro Pitti Uomo, sia a un’immagine più fresca e contemporanea, rafforzata dalla partnership con Arthur Arbesser. Ci aspettiamo un futuro costellato di nuovi progetti che consolideranno questa direzione» ha dichiarato Christian Prazzoli, AD di Baldinini.
Si continua con Berwich, brand nato nel 1975 grazie a due giovani, Michele e Anna Fumarola, oggi ancora proprietari dell’azienda. La nuova collezione di pantaloni – completamente Made in Italy – reinterpreta il celebre buffalo check, intersecando i fili con un colore diverso dal rosso e nero, su variazioni di colore per un look gender neutral in lana vergine soft.
Briglia 1949
Briglia 1949 nasce dieci anni fa dalla passione per lo stile di Michele Carillo. L’esperienza ultra ventennale nella realizzazione di capi sartoriali da uomo della famiglia si condensa in una realtà imprenditoriale dinamica e moderna, punto di riferimento nel panorama internazionale dell’abbigliamento di alta gamma maschile. La proposta di tessuti è ampia e spazia attraverso tutte le fibre naturali, dai classici cotoni al prezioso cashmere, passando attraverso innumerevoli qualità di tele di lana vergine. La palette di colori si distende su un’ampia gamma di neutri e naturali, tra cui nuove nuances di burro, panna, e cammello ai quali si affiancano le rinnovate sfumature chiare dei grigi e le diverse gradazioni dei blu. Le linee sono più comode e morbide per trasmettere un’immagine di eleganza sobria e semplice. Ogni capo è poi arricchito con sapienti lavorazioni di pregio, che conferiscono un elemento di congiunzione raffinato e contemporaneo tra la tradizione formale e sartoriale e il mondo dinamico e innovativo.
Alessandro Gherardi e Giampaolo
Ama osare l’uomo firmato Alessandro Gherardi. Il suo è un uomo che ama i dettagli di stile, capaci di fare la differenza. Un uomo che osa senza perdere un filo di aplomb, che mette al bando gli eccessi per cercare nuove armonie. Uno stile che conquista anche i giovani, consolidando lo sguardo verso un mondo sartoriale e di buon gusto, ma ricco di personalità. La camicia proposta è in flanella di cotone 100%. Tessuti unici, creati con telai a navetta che risalgono agli anni Quaranta, che rendono il capo speciale grazie al trattamento di lavorazione finale, in cui la camicia viene lasciata a riposare a temperatura controllata e umidità costante, evocando la morbidezza del cashmere.
Giampaolo, il brand made in Italy riconosciuto nel mondo della camiceria di alta qualità, continua il percorso intrapreso qualche anno fa e presenta un nuovo total look, dallo stile italiano: dalle camicie, alle giacche, dai pantaloni, alla maglieria fino ai capispalla. Giampaolo si divide in tre linee – Main, Luxury e Green – capaci di assecondare con disinvoltura le diverse esigenze dell’uomo di oggi. Elemento distintivo del brand diventa oggi più che mai proprio l’approccio “conscious” della linea Green, dove protagonisti sono i tessuti organici, bio o riciclati e di origine italiana. Capi must di questa linea sono la giacca sfoderata anni Settanta e la camicia in tessuto di flanella in cotone organico, coltivato con sistemi di produzione biologica e con prodotti che hanno un basso impatto sull’ambiente.
Lardini
KNT, l’anima sperimentale del gruppo Kiton, presenta per il prossimo autunno/inverno una nuova collezione che si identifica sempre più più nella sua identità cosmopolita, coniugando la ricerca per fibre, filati e lavorazioni utilizzati per realizzare un design sofisticato ed effortless. Il flair Nineties si ritrova nei completi, fatti di camicie-giacche sportive e pantaloni da palestra in lane esclusive, per reinterpretare i capisaldi streetwear in un mix con il classico sartoriale.
Si ispira alla teoria del colore del pittore Vasilij Kandinskij i, la nuova collezione firmata Lardini. Gli abiti diventano così componenti di un innovativo lessico dell’eleganza, dove l’attitudine al colore diventa emblema di un rinnovato entusiasmo, espresso in un’estetica contemporanea che attinge a una tradizione ben radicata ma sempre aperta a originali esperienze. Lardini parla di «modernità dell’ottimismo» e trasporta in un moderno Giardino delle Delizie dove modelli, tessuti, fantasie, arredi, piante, costruiscono uno spazio dei desideri, a cui danno forma accostamenti di trame e armature diverse – dai check al Prince of Wales, dal pied-de-poule al tweed – più stampe di motivi geometrici sulla seta e il cotone della camiceria. S’instaurano così dialoghi tra fibre leggere e altre più corpose (tutte preziose ed esclusive, realizzate ad hoc) che permettono l’esercizio di un giocoso layering, in cui convivono capi da combinare secondo umori e amori. La silhouette s’illanguidisce, oltrepassa il concetto di volumi troppo aderenti e costrittivi per donare più respiro al corpo, ma sempre proteggendolo in un morbido guscio di calore che gioca con la memoria di forme sartoriali vintage.
Sartoria Latorre
Cashmere ecosostenibile di altissima qualità, attenzione ai dettagli, una produzione al 100% made in Italy quasi del tutto autosufficiente e packaging volti a ridurre gli sprechi. Così il brand Latorre continua a dimostrare quello che è uno dei suoi obiettivi primari: creare capi sartoriali innovativi nei trattamenti ma sempre attenti ai dettagli e all’ambiente. Capo iconico per la nuova collezione il trench in eco-cashmere.
Trova il giusto equilibrio tra innovazione e tradizione, armonia e ambiente, il lanificio Fratelli Piacenza, eccellenza del Made in Italy a livello internazionale. Dopo la sua collaborazione col marchio sportivo Fila, Piacenza Cashmere 1733 presenta a Pitti Immagine una linea più classica dove tessuti haute couture vengono trasformati in capi da indossare ogni giorno.
Piquadro
Piquadro si fa invece protagonista di un nuovo progetto a favore dell’ambiente. Dopo la decisione di introdurre e ampliare gradualmente le linee di prodotto realizzate con nylon riciclati al 100% e contemporaneamente di lavorare sulla sostenibilità dei prodotti in pelle garantendone la provenienza da una filiera responsabile e certificata, Piquadro presenta la sua prima collezione di sneaker (realizzate in tessuto e PU riciclati), coordinate a zaini, in collaborazione con ACBC, prima ed unica B Corp italiana nel mondo delle calzature esperta nella progettazione e nella produzione di calzature sostenibili. «Questa collaborazione con Piquadro, ci ha spinti non solo a realizzare una linea di calzature green, ma soprattutto a collaborare nella realizzazione di un accessorio fondamentale e imprescindibile per il commuter urbano moderno: uno zaino adatto alla vita quotidiana, perfetto per affrontare la frenesia della città e anch’esso realizzato in materiali sostenibili» ha dichiarato Gio Giacobbe, CEO di ACBC.
Roy Roger’s
Roy Roger’s, pioniere del denim in Italia, celebra al Pitti i suoi primi 70 anni. Eclettico, funzionale, versatile, resistente, pratico, duraturo. Roy Roger’s reinterpreta il denim in una capsule partendo dai 70 capi più iconici dell’archivio storico, insieme a 70 immagini che raccontano la crescita e l’evoluzione del brand dal 1952.
Schneider’s debutta invece a Pitti Uomo con il suo «cotton-Loden», un cappono smart, consapevole degli inverni sempre più miti. Il look è tradizionale, con il classico sfondo piega, ma è tinto in capo e declinato in cotone con un tocco di elastan. Dotato di una calda e rimovibile fodera trapuntata interna, questo smart coat è perfetto anche per l’autunno.
Per finire, Tombolini unisce attenzione sartoriale, innovazione ed ecosostenibilità nelle sue due collezioni: Zero Gravity e TMB Running. La prima, massima espressione della leggerezza dei tessuti, presenta un perfetto mèlange di lane stretch, cashmere e seta. La seconda, un connubio tra sport eleganza, si declina in tessuti iperlight e confortevoli e dai molteplici usi, sposando un trend attuale e in continua crescita. I colori nero e blu si abbinano in armonia al tessuto Ryc, accanto al jersey e alle tecno-lane. Per finire, la capsule «Zero Impact» porta in primo piano l’attenzione all’ambiente e una produzione verde, con uno sguardo rivolto al futuro. Tra i protagonisti, l’abito washable realizzato con materiali lavabili in lavatrice e antibatterici e l’abito biodegradabile.