domenica, 24 Novembre 2024
Più posti al bando per infermieri e fisioterapisti, quasi 36.000
Futuri infermieri, ostetriche,
fisioterapisti e, per la prima volta, anche osteopati. I bandi
per i corsi di Laurea delle professioni sanitarie quest’anno
prevedono circa 35.900 posti, in aumento del 3.9% rispetto ai
34.450 dello scorso anno. In vista dell’esame di ammissione (che
per i 41 atenei statali sarà il 5 settembre) nelle università
italiane agosto è il mese in cui scade il termine per la
presentazione delle domande.
Se finora è scaduto il termine di accettazione per 22 atenei
(tra cui La Sapienza), la prossima scadenza è domani, martedì 27
agosto, e riguarda le Università di Milano Bicocca, Brescia,
Padova, Genova, Parma, Chieti, Napoli Campania, Napoli Federico
II, Napoli Parthenope e Sassari. Mercoledì 28 è la volta delle
Università di Firenze, Roma Tor Vergata, Bari e Lecce. Giovedì
29 per l’Università di Campobasso e venerdì 30 per quella di
Cagliari; infine sabato 31 ultima a chiudere, è l’Università di
Foggia. “A queste – spiega Angelo Mastrillo, docente in
Organizzazione delle Professioni Sanitarie all’Università di
Bologna – si aggiungono le università private, fra cui la
Cattolica, che ha il maggior numero di posti a bando fra le
private: ben 845 su 12 Corsi, distribuiti fra le Regioni
Piemonte, Lombardia, Bolzano, Lazio e Basilicata”.
Negli anni passati il rapporto era di quasi due domande per
un posto a bando, considerando la media delle 22 professioni, ma
con ampie differenze. “In dettaglio nel 2023 – aggiunge
Mastrillo – il rapporto più alto era stato per fisioterapista
con 6,8, logopedista 4,7, ostetrica 4,3 e dietista 3,7. A
seguire tutte le altre 18, fra cui infermiere con 20 mila posti
a bando e rapporto di 1,1 differenziato fra 0,9 nelle Università
del Centro-Nord e quasi 2 nelle Università del Sud”.
In generale per tutte le professioni sanitarie, gli sbocchi
occupazionali sono relativamente certi e in tempi brevi. “Come
evidenziato dai dati di AlmaLaurea, il tasso occupazionale è del
77% per le Professioni sanitarie, pari al doppio del 39% della
media di tutte le aree disciplinari”, conclude Mastrillo.
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