Polio, dal 1988 casi scesi del 99% ma è tornata nel Mediterraneo

Grazie alle campagne di vaccinazione, i casi di polio riportati nel mondo sono pochi e sono diminuiti di oltre il 99% dal 1988, con circa 350.000 casi stimati in oltre 125 paesi endemici, a 6 casi in due paesi endemici nel 2022, Afghanistan e Pakistan. La guerra a Gaza ha però riportato sotto i riflettori questa malattia, che è ricomparsa nel bacino del Mediterraneo mostrando come, “finché la poliomielite esisterà da qualche parte, tutti i paesi rimarranno a rischio”.

Lo ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità in vista del 24 ottobre, Giornata mondiale della polio, occasione che sarà celebrata con numerosi eventi. Nel 1988, questa malattia virale molto contagiosa paralizzava dieci bambini ogni 15 minuti in quasi tutti i paesi del mondo, anche in Italia. Eradicarla è un obiettivo posto dalla Assemblea Mondiale della Sanità nel 1988. Secondo l’Unicef negli ultimi tre decenni nel mondo oltre 2,5 miliardi di bambini sono stati vaccinati. “Nel nostro Paese la vaccinazione antipolio è obbligatoria dal 1966 e l’ultimo caso endemico si è verificato nel 1982”, ricorda l’Istituto Superiore di Sanità sul sito web. Nel 2002 l’Italia ha ottenuto la certificazione ufficiale di Paese ‘polio free’ e nello stesso anno la malattia è stata ufficialmente dichiarata eradicata dalla regione europea.

 Non esiste una cura per la poliomielite, può solo essere prevenuta. Il vaccino (orale o inattivato) può proteggere un bambino per tutta la vita e protegge anche i sistemi sanitari: l’eradicazione farebbe risparmiare almeno 40-50 miliardi di dollari l’anno, soprattutto nei paesi a basso reddito. Il primo caso segnalato dopo 25 anni nella Striscia di Gaza, oltre a ricordare al mondo occidentale il rischio di una diffusione, ha visto grandi sforzi congiunti grazie ai quali, rileva la Global Polio Eradication Initiative (Gpei), “contro ogni previsione, a settembre e ottobre sono stati implementati due cicli di vaccinazione, raggiungendo ben oltre mezzo milione di bambini”.
    Ora però “questi sforzi sono a rischio” perché “la campagna è stata sospesa per via di intensi bombardamenti”, come annunciato oggi dall’Oms.
   

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