sabato, 23 Novembre 2024
Prematuri, la sfida è la salute respiro e del cuore
La nascita pretermine rappresenta una
sfida significativa per la salute pubblica, in particolare per i
neonati estremamente pretermine, cioè, nati prima della 28esima
settimana di gestazione (7,5% del totale dei prematuri per il
Network INNSIN Rapporto 2023). Grazie ai progressi della
medicina, la sopravvivenza di questi piccoli è aumentata
significativamente negli ultimi decenni. Ma la sfida è quella di
raggiungere l’età adulta in salute, attraverso un percorso di
crescita su misura.
Tuttavia, la prematurità estrema è associata a un aumento del
rischio di complicazioni non solo nell’epoca neonatale, ma anche
in età scolare e nell’età adulta. Aspetti approfonditi anche nel
corso del XXX Congresso Nazionale della Società Italiana di
Neonatologia (SIN), che si è tenuto a Padova dal 29 al 31
ottobre 2024.
L’attenzione principale degli ultimi decenni di ricerca
neonatologica si è concentrata sulla prevenzione e sul
trattamento in epoca neonatale degli esiti respiratori, senza
però trovare una soluzione a tale problematica sicura ed
efficace. A tale scopo, stanno emergendo nuove opzioni
preventive che mirano a “riprogrammare” positivamente lo
sviluppo del polmone immaturo soggetto a danno ed infiammazione.
Tra queste le più promettenti sono le vescicole extracellulari,
effettori delle cellule staminali, e l’Insulin-like growth
factor-1 (IGF-1), entrambi attualmente oggetto di studi clinici
in fase di arruolamento.
Gli aspetti respiratori sono sicuramente tra quelli più discussi
in letteratura e, oltre alle note problematiche dell’età
pediatrica che comprendono un maggior rischio di infezioni
respiratorie severe e wheezing (respiro sibilante), per i
soggetti nati molto prematuri, c’è il rischio di una
funzionalità respiratoria ridotta durante tutta la loro vita,
nell’età adulta e oltre i 50 anni.
Tale riduzione appare maggiore nei soggetti diagnosticati come
affetti da Displasia Broncopolmonare (BPD), il 44,6% dei neonati
<28 settimane (INNSIN Rapporto 2023), ma è presente, in misura
minore, anche negli individui nati molto pretermine che non
hanno ricevuto la diagnosi di BPD, con evidenza di una
correlazione inversa tra l’età gestazionale alla nascita e
l’ostruzione delle vie aeree.
Nella maggior parte dei casi, col tempo, c’è un progressivo
miglioramento clinico respiratorio che permette ai soggetti di
condurre una vita apparentemente normale, seppure con più
frequenti episodi di sintomi respiratori, che comportano un
aumento delle ospedalizzazioni e una minore tolleranza
all’esercizio fisico.
Dal punto di vista medico, il problema maggiore legato alla
riduzione della funzione respiratoria è la sua gestione, poiché
troppo spesso i nati prematuri vengono gestiti in età adulta
come i soggetti asmatici, sulla base di evidenze spirometriche
di una riduzione del flusso espiratorio.
Al momento le evidenze sono scarse, ma sappiamo che i soggetti
ex-prematuri, affetti o meno da displasia broncopolmonare, non
presentano un aumento dell’Ossido Nitrico espirato (FENo),
marker tipico dell’asma e dell’infiammazione eosinofilica di
tipo 2. La diagnosi di asma in soggetti nati molto pretermine va
quindi posta con cautela, essendo spesso la condizione
ostruttiva conseguente alla prematurità e ad una sottostante
infiammazione bronchiale dissimile da quella dell’asma.
Un recente studio svedese ha, inoltre, mostrato come una nascita
pretermine, soprattutto nella fascia dell’estrema prematurità,
risulti associata a un significativo aumento del rischio di
insufficienza cardiaca e cardiopatia ischemica in età giovane
adulta.
Come spesso accade, le patologie cardiovascolari sono lo
specchio di quadri più complessi, come la sindrome metabolica,
altro quadro più frequente in questa popolazione.
Tutti questi aspetti fanno comprendere come la prematurità possa
avere conseguenze importanti e prolungate.
“Nonostante le numerose sfide, molti dei nati estremamente
pretermine riescono a condurre una vita più o meno normale”,
afferma il Luigi Orfeo, Presidente della SIN. “Tuttavia, è
chiaro che la qualità della vita può essere compromessa rispetto
ai coetanei nati a termine, per la necessità di un maggiore
supporto medico, educativo e sociale. Gli adulti nati
estremamente pretermine, infatti, affrontano una serie di
problemi che possono influenzare la loro vita durante
l’adolescenza e l’età adulta e sebbene molti di questi riescano
a superare le difficoltà e a condurre una vita soddisfacente, è
fondamentale riconoscere e affrontare tempestivamente le sfide
che possono emergere”.
Interventi precoci, un adeguato supporto medico e psicosociale e
un’educazione personalizzata possono contribuire a migliorare
significativamente la qualità della vita di questi individui,
aiutandoli a raggiungere il loro pieno potenziale.
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