Professioni sanitarie, Nursind: ‘Criticità in disegno di legge’

“Condividiamo, naturalmente,
l’obiettivo di abbattere i tempi delle prestazioni sanitarie, ma
questo disegno di legge presenta criticità e carenze che
rischiano di produrre l’effetto opposto”. Lo ha evidenziato il
segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, audito in
commissione Affari sociali del Senato sul provvedimento sulle
liste d’attesa.
    “Il Parlamento ha impegnato con un odg il governo su una
modifica alla legge in materia di professioni sanitarie (del
1999, ndr) che consentirebbe di riconoscere attività ad oggi
assegnate formalmente ai medici, ma frequentemente svolte dagli
infermieri. È una modifica che auspichiamo, perché non solo
valorizzerebbe una professione ormai in caduta libera sul fronte
dell’appeal, ma favorirebbe anche l’implementazione di soluzioni
organizzative efficaci per ridurre le liste d’attesa e
ottimizzare l’impiego del tempo medico per le prime visite”.
    Inoltre, ha avvertito il vertice del sindacato, “parlare del
medico cui compete ‘in maniera esclusiva’ la diagnosi rischia di
stravolgere una prassi consolidata da decenni in ambito
sanitario, ignorando così le diagnosi effettuate dallo psicologo
piuttosto che dallo stesso infermiere. Chiediamo, quindi, di
specificare che si parla di diagnosi medica o di stralciare il
termine ‘esclusiva’. In caso contrario, infatti, tutto il
sistema legato al sovraffollamento dei pronto soccorso dovrebbe
essere rivisto mentre andrebbero addirittura eliminati modelli
come il triage intra ospedaliero dal momento che le attività
svolte dagli infermieri – che implicano una valutazione clinica
– finirebbero per configurare il reato di esercizio abusivo
della professione medica”. Male, infine, le misure in materia di
approvazione dei bilanci degli Ordini professionali: “Dare agli
Ordini la possibilità di decidere autonomamente (attraverso il
consiglio direttivo) l’aumento della tassa annuale da versare e
di approvare il bilancio, senza alcun confronto con gli iscritti
e senza essere soggetti alla valutazione della Corte dei Conti –
ha concluso Bottega – è a tutti gli effetti una misura
antidemocratica”.
   

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