mercoledì, 2 Aprile 2025
Psicoterapia e navigazione in barca a vela per le donne con tumore

Il mare e la navigazione come metafore del viaggio che le pazienti intraprendono durante il percorso di malattia: è questa la visione dietro ‘Pazienti a bordo – Vela Rosa’, il progetto ideato da We Will Care, associazione senza scopo di lucro dedicata alla salute psiconcologica. Stress e infiammazione sono fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo e alla progressione dei tumori, e ridurli significa migliorare la salute sia fisica che psicologica: per questo la onlus ha lanciato la call per reclutare 75 pazienti pronte a intraprendere un’avventura di 7 giorni in cui prenderanno lezioni di vela e svolgeranno psicoterapia di gruppo, nella cornice dell’isola di Caprera.
L’iniziativa – che si svolgerà in 5 diverse settimane, dal 17 maggio all’11 ottobre – prevede una full immersion tra pazienti, psicoterapeuti e insegnanti di vela, con l’obiettivo di allenare le risorse psicofisiche di ogni persona e di facilitare un ascolto profondo delle sue emozioni, agevolando lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé. “L’idea nasce dall’associazione metaforica tra navigazione e malattia – spiega Gabriella Pravettoni, direttrice della Divisione di Psiconcologia, Istituto Europeo di Oncologia Irccs -, da un punto di vista simbolico, infatti, la difficoltà di manovrare, timonare e regolare le vele in condizioni di vento e mare sfavorevoli rispecchia quella di gestire la vita dopo una diagnosi di malattia oncologica, in cui il quotidiano cambia e anche vivere la routine può diventare una sfida, proprio come aggirare gli scogli. Imparare a navigare in mare è quindi simbolico per queste donne, che devono cercare la rotta adeguata per arrivare a destinazione, che sia la guarigione o la cronicizzazione della patologia.
Da un punto di vista psicofisico, questa attività richiede la messa in gioco di risorse fisiche e psicologiche che molto spesso le pazienti pensano di non possedere più, e che invece sono lì, in attesa di essere stimolate. Le partecipanti lavoreranno sia su aspetti psicologici individuali che di gruppo, perché dovranno collaborare tra loro come un equipaggio, e lavorare quindi sia nel sé che nelle relazioni. Navigare, poi, impone un ascolto profondo di sé stessi e permette di sviluppare un maggiore consapevolezza”. La call è rivolta a tutte le donne pazienti oncologiche – qualsiasi sia la diagnosi – maggiorenni, senza esperienza in barca, in grado di nuotare e che abbiano già portato a termine (quando previste) le chemioterapie. Altre tipologie di trattamenti non sono un ostacolo alla partecipazione al viaggio.
L’esperienza avrà anche un importante risvolto scientifico: “Un aspetto importante del progetto riguarda lo stress che le pazienti sperimentano – sottolinea Ketti Mazzocco, professoressa associata di Psicologia, Dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia, Università degli Studi di Milano e psiconcologa presso l’Istituto Europeo di Oncologia -. Inquinamento, alimentazione, vita frenetica, relazioni sociali, eventi stressanti attivano infatti una risposta di stress che alimenta l’infiammazione e nel lungo periodo contribuisce allo sviluppo di malattie. Durante questa edizione valuteremo come l’esperienza in barca, unitamente alla psicoterapia, influisce sull’infiammazione cronica, attraverso un’analisi del sangue, prima e dopo il viaggio. Il connubio tra psicoterapia e natura si pone l’obiettivo di ridurre la risposta di stress e l’infiammazione di basso grado, diminuendo il rischio di sviluppare malattie oncologiche e la loro progressione”.
Pazienti a bordo è un progetto nato in collaborazione con il Centro Velico Caprera e Fondazione Prosolidar. Per informazioni: https://www.wewillcare.it/pazienti-a-bordo; per candidarsi è possibile scrivere a info@wewillcare.it.
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