Pugilato: al via progetto nelle scuole “Boxando s’impara”

(ANSA) – ROMA, 18 NOV – La boxe torna a scuola in modo
strutturato, con un grande investimento della Federpugilato, in
23 istituti, compresa la Casa Circondariale Femminile di
Pozzuoli e il ‘Pacinotti-Archimede’ di Roma ha ospitato la
presentazione del progetto “Boxando s’impara” con due
ambassador: Alessia Mesiano ed Emanuele Blandamura. Dopo il
primo gong lanciato a giugno nella Casa Circondariale Femminile
di Pozzuoli, la Fpi entra in modo strutturato negli istituti
scolastici con un progetto incentrato sul pugilato educativo
scolastico, accreditato al Miur nell’ambito di quelli di Sport e
Salute e promosso in collaborazione con i comitati regionali. I
destinatari sono le scuole superiori e gli istituti
penitenziari, con due classi coinvolte per ogni istituto. Sono
previste dieci ore di lezioni pratiche in orario curriculare,
con il “kit di allenamento adidas” fornito dalla Fpi e tenute da
tecnici sportivi Fpi, nove ore di lezioni teoriche on-line ed
una webinar finale di confronto e dialogo con il campione e
ambassador FPI Roberto Cammarelle. La Fpi investe quindi nella
scuola, garantendo un piano di lavoro gratuito con attività
interdisciplinari focalizzate su tre asset fondamentali per la
boxe: formazione, sociale e cultura. Questo l’obiettivo del
presidente della federpugilato, Flavio D’Ambrosi, sposato in
pieno dal dirigente scolastico, Chiara Sicoli.
    “Non esiste uno sport maschile o femminile ma uno sport che
si adatta alle esigenze delle persone – ha sottolineato la
campionessa mondiale, Alessia Mesiano – La boxe richiede impegno
e sacrificio, e può essere praticata anche dalle donne, in
assoluta sicurezza e con l’obiettivo di acquisire autostima e
benessere psico-fisico nel segno del valore più grande, il
rispetto”. Lo sa bene l’ex allievo delc Pacinotti-Archimede e
campione europeo PRO Emanuele Blandamura, da sempre in prima
linea nel formare i giovani e contrastare fenomeni come il
bullismo: “Ho iniziato a boxare a diciotto anni. Inizialmente
l’ho fatto per un senso di rivalsa ma poi ho capito che il
pugilato è altro, è impegno fisico e mentale, volontà nel
costruire la propria personalità, anche nella sconfitta. Fallire
non significa essere un loser ma dire che ci hai provato”.
    (ANSA).
   

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