‘Può vincere il Grande Slam’, il sogno di Sinner

“Vincere gli altri tornei Major? Difficile pensarci ora, comincerò a farlo al primo giorno del Roland Garros”.

In Inghilterra sono gia’ certi, Jannik Sinner diventera’ uno dei piu’ forti tennisti di tutti i tempi. Ma per entrare nel gotha di tutti i tempi c’e’ una parola sola: Grande Slam.

L’ultimo a riuscirci, nella storia del tennis mondiale al maschile, e’ Rod Laver, nel 1969. Piu’ recente il filotto al femminile, con Steffi Graf nell’88.

C’e’ pero’ anche il cosiddetto ‘Grande Slam in carriera’: ovvero la conquista dei quattro tornei maggiori – Melbourne, Parigi, Wimbledon e Flushing Meadow – non nello stesso anno solare, ma a distanza di anni. E’ riuscito a Djokovic (completato nel 2016), Nadal (nel 2010) e Federer (2009).

 

E’ questo l’obiettivo sul quale si interrogano tutti quelli che cercano di capire che posto occupi Sinner nella storia. Anche se Paolo Bertolucci, uno dei quattro moschettieri della Davis azzurra, consiglia a Sinner di sfruttare il momento. “Per me e’ un ufo, puo’ vincere il Grande Slam” gia’ quest’anno, il suo ragionamento.

“Potrebbe essere un anno su cui puntare. Prima, quando c’era Nadal, Parigi era un tabù per tutti, bisognava pensare agli altri tre tornei e il Grande Slam era impossibile. Ora non c’è più un Nadal, ci sono buoni giocatori come Alcaraz e Zverev, ma gli altri non possono pensare di impensierire Sinner. In linea di massima, a parte Alcaraz, non vedo un giocatore che lo possa battere sulla terra battuta. Prima che qualche giovane possa arrivare a dargli fastidio, sarebbe ideale cogliere questo momento dove ci sono al massimo uno o due avversari all’altezza”.

Sinner deve dimostrare di essere capace di vincere sulla terra battuta, ma prima o poi arriva anche lì”, e’ la valutazione più cauta di Adriano Panatta, che sulla terra rossa ha costruito le sue fortune. “Oggi mi godo Melbourne – dice Sinner – e onestamente non penso alla vittoria degli altri Major. E’ una questione che mi porro’ quando comincera’ Roland Garros, dove sono arrivato al massimo fino alla semifinale. L’erba, invece, e’ una questione diversa: devi avere una grande dimestichezza con quel tipo di terreno…”.

 

I risultati parlano chiaro: i tre Slam vinti da Sinner sono tutti sul cemento (“e’ la sua superficie naturale”, dice Vagnozzi), e su quelle meno consone la sconfitta in semifinale e’ sempre venuto per mano di Alcaraz al quinto set; diverso il discorso di Wimbledon 2024, quando il ko con Medvedev era legato al malore in campo dopo una notte insonne. “Per quanto mi riguarda, può provare a vincere sia al Roland Garros sia a Wimbledon”, si dice certo Vagnozzi, che al contrario del suo talentuoso allievo e’ convinto che la scommessa piu’ complicata sia Parigi, e non Londra.

 

Di certo, dal 10 giugno scorso con l’incoronazione a n.1, per Sinner e’ stato un crescendo: al netto del rischio squalifica per opera del Tas (l’agenzia mondiale antidoping ha chiesto due anni di squalifica nel suo ricorso), l’anno a passo spedito puo’ avvantaggiarsi di un altro elemento: il pilastro Darren Cahill.

 “E’ un allenatore vincente, perche’ trasmette molta energia: questo e’ il suo segreto”, racconta del connazionale l’australiano Mark Philippousis, anche lui passato dal campo ad allenare. Agassi, Seppi, Ivanisevic, Ljubicic sono alcuni dei tanti nomi accostati a Sinner per la prossima stagione, in attesa che in quella appena cominciato il n.1 riesca a far fare marcia indietro a Cahill. Continuando nel frattempo a vincere tutto.

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