Quando casa diventa un incubo: cinque film da vedere prima (o dopo) Run

Questo weekend arriverà nelle sale Run, thriller hitchcockiano diretto dal regista di Searching, Aneesh Chaganty, e interpretato da Sarah Paulson e dall’esordiente Kiera Allen. Non usiamo a caso il termine “hitchcockiano”: il “Maestro del Brivido” ha avuto un tale impatto sul genere thriller da esistere ancora oggi, a 41 anni dalla sua morte, sotto forma di santino che qualunque regista intenda misurarsi con il genere deve per forza tenere appeso in salotto.

Run è palesemente un film che richiama quel tipo di atmosfere, quella tensione pronta a esplodere, che fecero di Alfred Hitchcock un grande chef, o direttore d’orchestra, della paura. La storia cita La finestra sul cortile: Chloe (Allen) è una adolescente costretta su una carrozzina e affetta da innumerevoli altre patologie dopo essere nata prematura. La madre Diane (Paulson) si prende cura di lei da sempre. Chloe è molto intelligente e, nonostante abbia studiato a casa, è pronta a partire per il college. Ma poi, a poco a poco, scopre una serie di indizi inquietanti che mettono in discussione tutto il suo mondo e svelano il ruolo di Diane nell’orchestrare le patologie che la tengono legata a lei. Chloe dovrà usare il suo ingegno per liberarsi dal giogo materno.

Si tratta di coordinate molto classiche, che Chaganty (e il co-sceneggiatore Sev Ohanian) sfruttano in maniera altrettanto classica. Run non intende re-inventare nulla, quanto rinverdire i fasti di un filone che, nel corso di decenni, ha prodotto alcuni dei migliori film americani di sempre. Per preparavi alla visione, o se vorrete approfondire dopo aver visto Run, ecco cinque film imperdibili su prigionia, disabilità e i sacrifici necessari per superare i propri limiti fisici per avere la meglio su un avversario diabolico…

La finestra sul cortile (1954) di Alfred Hitchcock

Il film da cui tutto ebbe inizio. James Stewart è un fotografo costretto sulla sedia a rotelle per via di una gamba fratturata. La prigionia lo porta a spiare i vicini con un cannocchiale, e a scoprire quello che crede essere un delitto ben celato in uno degli appartamenti del palazzo di fronte. Con l’aiuto della fidanzata (Grace Kelly) dovrà scoprire se i suoi sospetti sono veri e risolvere il caso. La tensione è palpabile in questo capolavoro di Hitchcock, uno dei punti alti della sua carriera hollywoodiana. C’è tutto: dei protagonisti carismatici (su tutti il suo attore feticcio James Stewart), commedia, suspence e l’immancabile storia d’amore. La Hollywood classica al suo meglio.

Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) di Robert Aldrich

Prima dell’altrettanto memorabile Piano, piano… dolce Carlotta, Bette Davis e Robert Aldrich avevano collaborato a questa cupa riflessione sull’industria dello spettacolo e sull’invidia e le ritorsioni generate dalla fama. Che fine ha fatto Baby Jane? racconta la storia di due sorelle, una, Blanche (Joan Crawford), costretta sulla sedia a rotelle dopo un incidente apparentemente causato da Jane (Davis), sua sorella ed ex rivale. Trent’anni dopo, Blanche vive con Jane ed è sottoposta da questa a infiniti soprusi e torture psicologiche. Nel film c’è persino una scena in cui Blanche riesce a liberarsi durante un’assenza della sorella, citata esplicitamente in Run (si è visto in una clip).

Gli occhi della notte (1967) di Terence Young

Dimenticate Colazione da Tiffany: in questo thriller tesissimo, diretto dal veterano della saga di Bond Terence Young, Audrey Hepburn interpreta Susy, una donna cieca che, per caso, si ritrova in possesso di una bambola contenente eroina. Tre criminali (tra cui Richard Crenna e Alan Arkin) fanno irruzione nel suo appartamento per recuperare la droga, e Susy dovrà difendersi. Un thriller di culto capace di tenere sulle spine ancora oggi.

Misery non deve morire (1990) di Rob Reiner

Uno dei migliori adattamenti di Stephen King in assoluto, dal regista che già ci aveva regalato, con Stand by Me, un altro film kinghiano indimenticabile. Misery non deve morire vede James Caan nei panni di Paul Sheldon, uno scrittore (e alter ego di King) bloccato a letto dopo un incidente d’auto. A tenerlo in scacco è Annie Wilkes (Kathy Bates, premiata con l’Oscar), un’infermiera che si confessa sua grande fan. Quando scopre che nel suo ultimo romanzo, non ancora pubblicato, l’eroina delle storie di Sheldon, Misery, muore, Annie lo costringe a riscriverlo da capo e, nel frattempo, lo tiene prigioniero e lo tortura, sia fisicamente che psicologicamente.

Room (2015) di Lenny Abrahamson

Il film che ha lanciato la carriera di Brie Larson, vincitrice di un Oscar grazie al ruolo di una donna imprigionata in una minuscola stanza insieme al figlio (Jacob Tremblay, anche lui lanciato dal film). Le ragioni di questa prigionia si fanno via via più chiare e allo stesso tempo inquietanti. Per il bambino quella stanza è il mondo intero, al punto che la chiama “Stanza”, senza articolo, come se non ci fosse altro al di fuori di essa. Meno thriller e più dramma intimo, Room non manca però di affondare nella suspence e di farlo con enorme efficacia.

Run arriverà nei cinema il 10 giugno da Lucky Red. A seguire il trailer italiano.

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