Quanta poesia nella classe prima E del Rossellini

(ANSA) – ROMA, 19 NOV – Che ne è della scuola? Quanto pesa
davvero sul futuro degli studenti? E, infine, quanto
quest’ultimi possono alla fine sorprendere rispetto alle cose
della vita? Molte di queste domande trovano una risposta ne
L’ACQUA, L’INSEGNA LA SETE – STORIA DI CLASSE di Valerio
Jalongo, film documentario del tutto alieno, marziano, con una
temporalità estesa che affascina e spiazza.
    Dentro, la storia di un professore coraggioso che ha filmato la
sua classe in un lungo arco di tempo e che a un certo punto
confronta quel vissuto con il presente.
    Distribuito in sala da Desir il 22, 23 e 24 novembre e
realizzato appunto in cinque anni di riprese nel corso di
quindici anni, il film racconta la storia di Lopez, professore
in pensione, che ha conservato maniacalmente tutto di quella
classe (la 1ª E dell’istituto Roberto Rossellini di Roma):
ovvero compiti, temi, e soprattutto un video diario girato
insieme ai ragazzi quindici anni prima. Qui tornano a vivere le
voci di quegli studenti e le loro aspirazioni di allora e in L’ACQUA, L’INSEGNA LA SETE – STORIA DI CLASSE anche ciò che
sono diventati oggi. Il professor Lopez infatti si è messo alla
ricerca dei suoi alunni, ormai trentenni, portando in dono pezzi
del loro passato come, ad esempio, i temi. Rileggendoli
insieme, forse la parte più suggestiva del film, riaffiorano
confessioni, storie e momenti di scuola. Lopez scopre poi con
rammarico che nessuno dei ragazzi fa il mestiere per il quale la
scuola lo aveva preparato, ma che molti di loro alla fine hanno
trovato la propria strada per reinventarsi come hanno appunto
fatto Yari, Jessica, Lorenzo, Gianluca, Corinna, Alessio.
    (ANSA).
   

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