sabato, 23 Novembre 2024
Quanto vale il 5G in Italia
Quasi 400 miliardi di euro, per la precisione 393. Una fetta abbondante, pari a circa 160 miliardi, generati dai servizi alle persone. La restante parte, preponderante, stimata in 233 miliardi, derivante dal salto di livello – a tutto tondo – degli oggetti connessi, stretti nell’ormai familiare definizione di «internet of things», l’internet delle cose. Tanto varrà il 5G da qui fino al 2040 in termini di contributo positivo sul Pil italiano, come conclude un corposo rapporto a cura del centro studi Tim presentato oggi. La crescita avverrà soprattutto nella seconda decade, ma se ci si limita al 2020-2030 parliamo già di un indotto di quasi 80 miliardi di euro, ovvero 78.
«Il 5G aiuterà a rendere l’Italia più digitale, più efficiente, più sostenibile e ancora più smart» ha detto durante l’incontro Carlo Nardello, chief strategy, business development and transformation officer di Tim. «È in grado» ha aggiunto Nardello «di portare miglioramenti di prestazioni sotto tutti i punti di vista. Sta entrando nella nostra vita, sta cambiando le nostre attività».
A illustrare nei dettagli il rapporto ha provveduto Stefano Siragusa, chief revenue officer di Tim, non prima di una premessa sia di metodo che di contenuto: «In molti» ha detto «pensano che il 5G sia un’evoluzione, in realtà è una trasformazione. Trasforma il Paese, abilita scoperte che faremo nel tempo come cittadini e professionisti».
Le avanguardie sono già qui e possono essere declinate in vari settori cruciali per l’economia nazionale: dalla sanità alla manifattura, dall’ambiente all’automotive. In ognuno vengono introdotti novità procedurali e di contenuto, si stravolgono liturgie, si introducono automatismi, si aumenta il livello dell’efficienza e della funzionalità, dunque i benefici percepiti dai cittadini e un miglioramento dei conti delle imprese.
Scendendo nei dettagli, «l’introduzione del 5G nei servizi sanitari» si legge ne rapporto «permetterà al Paese di conseguire benefici economici di circa 1 miliardo di euro l’anno a partire dal 2025, di cui 150 milioni di contenimento costi per prevenzione, 790 milioni di risparmi sul monitoraggio clinico, 32 milioni di risparmi sulle polizze e circa 4 milioni di maggiore efficienza ed efficacia nelle spese di ricerca e sviluppo farmaceutico». Tutto passa dalla digitalizzazione della sanità, come la telechirurgia, la possibilità di monitorare a distanza i pazienti per intervenire con prontezza in caso di complicanze, il teleconsulto in videochiamata in alta definizione, che riduce le distanze tra medico e paziente.
Il 5G sostiene la cura e la prevenzione. Favorisce il benessere delle persone, limitando l’insorgenza delle patologie: secondo un sondaggio realizzato lo scorso anno dalla società Swg per Operazione Risorgimento Digitale – la grande alleanza di istituzioni e imprese promossa da Tim per favorire la diffusione della cultura digitale nel Paese – il 65,9 per cento degli italiani ritiene che la diffusione del 5G potrà incrementare l’uso dello smartwatch e degli altri dispositivi indossabili, che possono fornire un valido supporto per la prevenzione e il monitoraggio degli stili di vita attraverso il rilevamento dei dati biometrici, in particolare nella fascia d’età oltre i 55 anni (76,4 per cento del campione).
Quanto al settore manifatturiero, «l’introduzione del 5G incrementerà la produttività del settore fino all’1 per cento l’anno, generando una crescita del valore aggiunto fino a 2,5 miliardi l’anno a partire dal 2025». Sempre secondo il sondaggio menzionato sopra, il 70 per cento delle aziende manifatturiere italiane guarda con favore l’ingresso di questa tecnologia nei processi produttivi. La fabbrica, giusto per citare qualche esempio, diventa più intelligente grazie all’ausilio di robot e veicoli a guida autonoma, mentre il monitoraggio automatico dei macchinari facilita la rilevazione dei guasti per ripararli prima che il danno diventi troppo ingente.
«Non meno rilevanti» continua il rapporto «sono i benefici per l’ambiente, grazie alla capacità di monitorare il ciclo di generazione e raccolta dei rifiuti: il 5G ne ridurrà la produzione dell’1 per cento, con un risparmio economico di circa 106 milioni l’anno dal 2025». Quanto al settore automotive, il centro studi Tim stima benefici complessivi di circa 3,2 miliardi l’anno, sempre dal 2025 in poi. E gli effetti si estenderanno al settore della logistica, dei trasporti, della mobilità intelligente, dell’energia. Sarà una trasformazione generale. Già è l’antipasto di una rivoluzione.