Rifiuti, mezzi pubblici, criminalità, degrado. La Roma di Gualtieri è un disastro

Era il 2021 quando l’ex ministro dell’economia Dem Roberto Gualtieri veniva eletto sindaco di Roma. Oggi arrivati ad un terzo del suo mandato la città eterna non solo continua a registrare criticità ma ha avuto un progressivo deterioramento.Dal dilagare della criminalità, al problema dei trasporti, all’emergenza rifiuti, a quella abitativa. Tutti mali sparsi a macchia d’olio nella capitale e per cui Gualtieri non ha trovato soluzioni. Eppure in campagna elettorale aveva promesso di risolvere il problema dei rifiuti insieme ad altre criticità nei primi 100 giorni del suo mandato e che si sarebbe occupato della sostenibilità ambientale, l’innovazione e la digitalizzazione, l’inclusione e la coesione sociale con una particolare attenzione alle donne e ai giovani. Tutte promesse rimaste disattese di una Roma ormai nuda e abbandonata che mostra ogni giorno le sue fragilità.

Mezzi pubblici

Il problema dei trasporti a Roma che deve fare fronte non solo alle persone che vi risiedono ma a flussi continui di persone in ingresso nella capitale, continua a riempire le cronache dei giornali con scioperi e malfunzionamenti dei mezzi pubblici. La rete si compone oggi di tre linee per un totale di 59,4 km e 73 stazioni e trasporta circa 844.200 passeggeri al giorno e 308 milioni di passeggeri l’anno e risulta essere la seconda rete più estesa d’Italia dopo quella di Milano, ma il tempo di spostamento è superiore ai 45 minuti per più di una persona su cinque, quindi in netto svantaggio rispetto alla media italiana. Le persone che utilizzano un mezzo pubblico ogni giorno devono affrontare tutto quello che ne consegue ossia autobus che passano in ritardo, sempre che non si guastino o s’incendino; stazioni della metro sature o chiuse a sorpresa e treni locali in ritardo a causa dello stato delle infrastrutture. Una situazione disastrata ormai da tempo e che vede i circa 2000 mezzi del parco delle vetture Atac spesso impiegati solo parzialmente a causa di guasti che allungano le attese e tengono bloccati per ore turisti, romani e pendolari. Mezzi su non viene fatta la manutenzione ordinaria e sono assenti nelle periferie come nel caso di Tor Bella Monaca che conta 28mila residenti ma dove per raggiungere la Metro C si deve aspettare un autobus che passa ogni ora o come le rotaie del tram 8 realizzate dopo un anno (quasi il tempo con cui hanno costruito il ponte di Genova).

Criminalità

Analizzando invece i dati delle denunce nella Capitale, emergono con chiarezza tre settori criminali in cui Roma è al vertice: i furti, le rapine e i reati legati agli stupefacenti. Roma è infatti al terzo posto nella classifica dei furti (oltre 102mila denunce presentate nel 2021), al quinto in quella dei furti con strappo, al terzo in quella dei furti con destrezza, al sesto in quella dei furti di automobili, al quarto per quanto riguarda le rapine e al quinto posto per gli stupefacenti. Roma è inoltre al quarto posto per i furti di motorino, più di 4mila in dodici mesi. Mentre i clan mafiosi e le organizzazioni criminali presenti a Roma si spartiscono da anni le piazze di spaccio nelle periferie, in un contesto in cui la diffusione di stupefacenti è sempre più grave da Ostia alla Romanina, da Tor Bella Monaca a San Basilio. Ma Roma secondo i dati elaborati dall’Ufficio Informazioni Finanziaria della Banca d’Italia per l’anno 2022 è anche la capitale del riciclaggio con ben 17068 segnalazioni di Operazioni Finanziarie Sospette con un aumento di 1916 rispetto al 2021. Un numero che rappresenta l’11% del totale nazionale. Se l’ammontare economico complessivo in Italia delle Operazioni Sospette e’ di 100 miliardi la ricaduta stimata a Roma è di circa 11 miliardi.

Rifiuti

Roma è la città più sporca al mondo, seguita da New York. È quanto emerge da un sondaggio di Time Out e nel 2002 è tornata a produrre rifiuti come prima del Covid. Il dato emerge dal rapporto pubblicato dall’Ispra sui rifiuti urbani. La Capitale, nel 2022, ha fatto segnare un incremento degli scarti prodotti in città che è stato del 4 percento in più rispetto agli anni precedenti. Nel 2019 i rifiuti della capitale erano pari ad 1,69 milioni di tonnellate. Sono scesi durante il periodo pandemico e sono tornati ad aumentare, sfiorando nuovamente la quota di 1,6 milioni nel 2021. I rifiuti dei romani inoltre a causa dell’assenza d’impianti per il trattamento e la gestione dei rifiuti che, finiscono in larga parte per essere portati in discariche ed inceneritori fuori dal perimetro cittadino e regionale. Non è un caso infatti che il Lazio sia la seconda regione d’Italia, dopo la Campania, nella classifica legata all’export dei rifiuti urbani e per cui i cittadini romani paghino la Tari più alta di Italia. Ma nel centro della città l’emergenza rifiuti viene meno percepita perché la raccolta viene fatta porta a porta mentre nelle periferie (che pagano le tasse come gli altri) si utilizzano i cassonetti e sono sommerse dai rifiuti.

Emergenza abitativa

Il numero totale degli alloggi pubblici destinati all’assistenza abitativa a Roma è di 73mila unità tra case Ater e quella del comune di Roma,mentre sono 13 mila i nuclei familiari che attendono in graduatoria un alloggio. Una situazione allarmante che ritarda la collocazione per migliaia di famiglie senza casa perché le assegnazioni procedono a rilentoa causa delle difficoltà da parte degli uffici nel rispondere in tempi adeguati all’emergenza abitativa della Capitale. Un problema a cui molti romani hanno risposto purtroppo cercando di occupare abusivamente alloggi liberi. “Procedono a rilento le assegnazioni degli alloggi per mancanza di personale negli uffici comunali. Ci vorrebbe un task force perché molte delle persone che non hanno un alloggio non trovano una casa in affitto e sono costrette ad arrangiarsi anche stando in strada. Una situazione drammatica ed emergenziale che porta le persone ad occupare abusivamente le case»-commenta M.Vittoria MolinariAsia-Usb (movimento attivo per il diritto alla casa).

I senza tetto

Nella Capitale ci sono 21mila senza tetto per cui il comune di Roma non garantisce un’assistenza adeguata. Anzi addirittura ha adottato una politica di contenimento del fenomeno con la chiusura del sottopassaggio della galleria Giolitti-Marsala a Termini dove queste persone si rifugiavano la notte per ripararsi dal freddo.
«Ho lavorato fino al 2008 nella sala operativa a capo del dipartimento politiche sociali del comune di Roma ed i senza tetto a metà degli anni 90 erano 6mila, oggi invece sono circa 21 mila, è aumentata la povertà»-ci racconta Federico Bonadonna
Di quanti posti letto dispone Roma per i senza tetto?
«I posti letto pubblici sono circa 500 e si è messa in pratica anche con Gualtieri una politica di chiusura delle aree pubbliche per impedire ai senza tetto di pernottarci come nel caso del sottopassaggio a Termini. In più per la povertà il comune non ha adottato nessuna politica di contenimento attiva ma solo interventi tampone. Lo stesso vale per i quartieri ghetto come San Basilio, Prima Valle diventati centrali di spaccio senza alcuna interconnessione con il tessuto urbano. Per questo la partecipazione al voto è sempre bassa perché è di risposta all’abbandono da parte delle istituzioni».

Sanità

Attese interminabili fuori dai pronto soccorso romani, carenza di posti letto, liste di attesa di mesi per accedere alle visite specialistiche e carenza di consultori, sono le criticità della sanità romana secondo la dottoressa del 118 Francesca Perri, andata in pensione lo scorso anno.
«La sanità romana è ridotta ai minimi termini non ci sono posti letto, i pronto soccorso e gli ospedali sono strapieni e i mezzi del 118 spesso arrivano in ritardo perché sono bloccati in ospedale. Inoltre il Cup regionale fissa le visite specialistiche a distanza di 6 mesi mentre se prenoti in intramoenia ti visitano anche il giorno dopo. Gli ospedali sono in carenza di centinaia di posti letto e di organico, dove per essere visitati bisogna attendere anche 4 o 5 ore se tutto va bene perché al massimo ci sono 1/2 medici per turno. Io sono andata in pensione da un anno e mi hanno sostituito con un medico a partita iva perché non hanno fatto concorsi. In più i consultori a Roma sono 1 ogni ogni 75mila abitanti invece che ogni 20mila».

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