Ritratto di Minichiello, dirottatore da record

(ANSA) – ROMA, 21 OTT – Il 31 ottobre 1969, un giorno
prima del suo ventesimo compleanno, il marine decorato per il
salvataggio di alcuni compagni in Vietnam Raffaele Minichiello,
nato in Irpinia e cresciuto negli Usa, dirotta un aereo della
Twa partito da Los Angeles e diretto a San Francisco, chiedendo
di essere portato in Egitto. La meta finale sarà Roma, per
quello che risulta il dirottamento più lungo della storia
dell’aviazione. Un’incredibile storia vera raccontata insieme al
resto della sua vita, tra Usa e Italia, svolte, misteri,
tragedie e nuovi inizi, dallo stesso protagonista in Kill me if
you can (era la frase che Minichiello si era scritta sul suo
elmetto in Vietnam) il documentario, che debutta alla Festa del
cinema di Roma in Freestyle, con un’uscita in sala prevista a
febbraio 2023 con Wanted.
    “Mi hanno offerto varie volte di girare film sulla mia vita,
anche Ponti e De Laurentiis, ma non era il momento giusto volevo
prima scrivere io un libro per raccontarla – spiega a Roma
Minichiello, garbato e sorridente -. Un’offerta che forse ho
sbagliato a non accettare è stata quella di un film fattami da
Mel Gibson e dal suo produttore, che sono venuti varie volte
nella mia gelateria mentre lavoravano a La passione di Cristo”.
    Arrivato il libro, Marine. Storia di Raffaele Minichiello” di
Pier Luigi Vercesi, dopo il documentario, ora si è al lavoro
anche sul film: “sarà una grande coproduzione Italia – Usa…”
dice l’ex marine, non rivelando il nome del regista né quello
del possibile protagonista.
    Kill me if you can (prodotto da Fremantle Italia e The
Apartment con Rai Cinema) unisce al filo rosso del racconto di
Minichiello, le testimonianze fra gli altri, dei figli, di
amici ex soldati, altri protagonisti della vicenda, compresa una
delle hostess su quel volo della Twa. (ANSA).
   

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