sabato, 23 Novembre 2024
Road Diary, in tour con Springsteen, tra palco e vita
Suonare dal vivo per il boss è una
parte di sé. Così dopo la pausa forzata per la pandemia ha
promesso un ritorno on the road concepito “come una festa” alla
E Street band, lo straordinario gruppo di musicisti che lo
accompagna da più di 50 anni (esclusa una pausa tra fine anni ’80 e inizio anni ’90). Un nuovo viaggio insieme, dopo sei anni
di stop, in arene e stadi pieni con il nuovo tour fra Usa,
Europa e Canada del 2023 raccontato anche dal documentario Road
Diary: Bruce Springsteen And The E-Street Ban del premio Emmy
Thom Zimny che dopo il debutto al Toronto Film Festival è alla
Festa del Cinema di Roma e sbarcherà su Disney+ dal 25 ottobre.
Springsteen (che nei prossimi giorni salirà sul palco in due
comizi di Kamala Harris, per esprimerle il suo supporto) è anche
autore del soggetto e coproduttore del film non fiction: una
cronaca serrata e intensa, fra prove, interviste con il
produttore musicale del Boss Jon Landau e tutti i musicisti
della band (dall’insostituibile Steven Van Zandt a Max
Weinberg). Riflessioni, aneddoti e ricordi che si fondono con le
scene dei concerti e le voci della amplissima comunità di fan, in un continuo dialogo tra presente e passato nei percorsi
musicali e umani costruiti insieme. Tra i momenti di racconto
più potente quello in cui Patti Scialfa, moglie del cantautore e
da 40 anni parte della E street Band, spiega di aver dovuto
rinunciare quasi del tutto ai tour dal 2018 dopo aver scoperto
di avere un mieloma multiplo.
Il ritratto di Zimny ci regala il Boss, classe 1949, sempre
instancabile, ipercreativo, generoso, allergico alle soluzioni
facili. Il tutto in una scaletta trascinante, tre ore di musica, “per far capire chi siamo in questo momento – spiega -. Racconta
la storia che volevo comunicare, la vita la morte e tutto quello
che c’è in mezzo. Fare musica invecchiando è un affare
interessante e complesso. Io ho intenzione di continuare, fino
alla fine, finché la band mi seguirà. Una cosa che so dopo 50
anni on the road, è troppo tardi per fermarsi”.
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