venerdì, 7 Febbraio 2025
Rose e bandiere rosse alla camera ardente per Citto Maselli
![](https://www.ansa.it/webimages/img_700/2023/3/23/7fc4ab945bd06791bfc1b504d261ca52.jpg)
(ANSA) – ROMA, 23 MAR – Un cuscino di rose rosse con la
dedica della vedova Stefania Brai e la bandiera rossa di
Rifondazione Comunista, insieme a una foto del cineasta
sorridente, sono sul feretro di Citto Maselli nella sala della
Protomoteca in Campidoglio dove è stata aperta la camera ardente
che precede il saluto laico per il regista, scomparso il 21
marzo a 92 anni.
Ad accoglierlo il sindaco di Roma Roberto Gualtieri insieme a
Stefania Brai, il segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo e
alcuni rappresentanti dell’Anpi con fazzoletto tricolore al
collo. Tra i primi ad arrivare per rendere omaggio a Maselli il
collega e amico Marco Bellocchio con la moglie Francesca
Calvelli, Furio Colombo, Vincenzo Vita, Blas Boca Rey, Valentina
Carnelutti, Daniele Vicari, Roberto Cicutto e l’assessore alla
cultura Miguel Gotor. Davanti al feretro la bandiera dell’Anpi
(in fondo anche il gonfalone dell’associazone, vicino alla
corona di Roma Capitale) e il cuscino di anthurium di
Rifondazione. Accanto, una foto del regista a pugno chiuso.
“Citto è una di quelle persone che non associ mai all’idea
della fine. E’ sempre stato un uomo profondamente impegnato, una
figura unica nella cultura, nella politica, sempre coerente con
le proprie idee. Sempre innovativo e non fazioso, come invece
qualcuno lo dipingeva, era molto aperto alla dialettica”, ha
detto Giuseppe Tornatore.
Per Bellocchio, Maselli è stato “un grande regista, un
intellettuale, politico e militante, sempre coerente con le
proprie idee. Lo ricordo in particolare perché mi incantava con
i suoi ricordi, lo ascoltavo per ore e ore, con i racconti sulla
Resistenza, aveva conosciuto tutti, mi aveva detto che a tre
anni era stato tenuto in braccio da Pirandello”. Bellocchio lo
ha sempre ammirato “per il suo rigore, la sua scelta stilistica
anche negli ultimi film che ha fatto. La sua era una ricchezza.
Non potremo più godere della storia come sapeva raccontarla”.
(ANSA).