Sanità privata, il 13 febbraio sit-in al ministero per contratto

Sit-in giovedì 13 febbraio, dalle ore
10, sotto la sede del ministero della Salute per “manifestare
tutto il disagio dei medici della sanità privata senza contratto
da vent’anni”. Lo annuncia la Confederazione Italiana Medici
Ospedalità Privata (Cimop).
    “Ormai è una farsa – dichiara la segretaria nazionale Cimop
Carmela De Rango – I medici dipendenti delle strutture sanitarie
private accreditate con il SSN aspettano da 20 anni il rinnovo
del contratto, nonostante il Governo abbia notevolmente
aumentato i fondi stanziati per la sanità privata. Soldi che
hanno arricchito gli imprenditori, di certo non i
medici/lavoratori. Le aziende in cui lavoriamo pubblicizzano la
nostra eccellenza, ma poi, per svolgere le stesse identiche
mansioni, ci pagano meno della metà di quello che guadagnano i
medici che lavorano nella sanità pubblica. Siamo stufi di essere
considerati utili solo quando serve, ma non veniamo ascoltati
quando pretendiamo che i nostri diritti siano rispettati”. Nel
2016, sottolinea, “ho iniziato il mio mandato seguendo la
trattativa al tavolo di confronto Aiop-Aris-Cimop, che nel 2020
è riuscito a definire un testo contrattuale ed economico a cui
Aiop aveva offerto in ogni sua parte il proprio contributo ma
che poi, il 7 ottobre 2020, si è rifiutata di firmare. Aris
invece, correttamente e coerentemente, ha mantenuto il suo
impegno firmando un contratto che ha portato ad un cambio
epocale per i medici dipendenti delle strutture private
religiose, prevedendo i ruoli dirigenziali, predisponendo
l’equiparazione dei titoli di carriera ed incrementando le
retribuzioni di quasi il 30%, aumento di cui Aris si è fatta
carico. Aiop invece ha deciso di non firmare, lasciando i medici
dipendenti delle strutture profit accreditate con il Ssn con un
inquadramento di assistente aiuto e primario e con retribuzioni
ferme al contratto ponte economico del 2009 pari a 37.000 € per
l’assistente fino a 60.000 € per un primario”. “Il tempo è
scaduto: chiediamo – conclude Rango – che il nostro contratto
sia rinnovato subito e applicato in tutte le aziende”.
   

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