Santori e la politica per gioco

Il momento del paese è piuttosto complesso. Siamo all’inizio di un autunno in bilico tra uscita dalla pandemia e paura di nuove chiusure. Con le piazze divise su Green pass e vaccini, dove favorevoli e contrari se ne dicono ed a volte se ne fanno di tutti i colori.

La ripresa economica si vede ma è ancora presto per cantare vittoria e le lotte di operai a rischio chiusura in varie parti d’Italia non si contano.

In tutto questo c’è però chi pensa a giocare; certo, nessuno chiede una vita sempre e solo fatta di serietà e dovere ma se fai politica forse è il caso di pesare un po’ meglio le due fasi.

Mattia Santori, il leader delle Sardine per la chiusura della sua campagna elettorale per le comunali di Bologna del prossimo weekend ha organizzato non un comizio ma un nascondino nel pieno centro della città, invitando tutti i bambini (con annessi genitori che, loro si, votano).

Ripetiamo, giusto divertirsi e fare festa; il problema è che Santori, come il resto del suo movimento non sappia proporre altro se non dei giochi. E non stiamo scherzando. Tra le sue prime idee c’era infatti la creazione a Bologna di uno stadio o una struttura per il freesbe, attività dove Santori eccelle.

Il resto però è o vuoto cosmico o poco più. D’altronde cosa c’era da aspettarsi da una persona che, nel pieno della popolarità quando Salvini era il cancro dell’Italia e lui l’unico freno esistente nel paese, promise «non farò mai politica, non mi candiderò» ma poi alla prima tornata buona eccolo comparire sulla scheda elettorale.

Una scelta tra l’altro molto comoda, fatta nella capitale del comunismo italiano dove le elezioni comunali calcisticamente parlando è come una sfida tra il Brasile di Pelè del 1970 e la squadra della parrocchia.

Santori quindi sarà eletto, il primo passo nella sua scalata verso il Parlamento (scommettiamo che alle prossime politiche ce lo ritroveremo ancora davanti?).

Ed è questo il punto.

Perché Santori gioca giustamente la sua partita personale e privata. Quello che stupisce è che il Pd gli dia tutto lo spazio possibile. Ve lo ricordate quando «invase» il Nazareno con tenda e sacco a pelo, pronto ad occuparlo? Perché il ragazzo è furbo: ha capito la debolezza di Zingaretti allora e Letta oggi e se ne approfitta.

E il segretario di oggi per qualche voto in più è pronto a tutto: dallo Ius Soli, priorità del paese, alle Sardine.

Eppure da qualche mese gli italiani (lo dicono tutti i sondaggi) apprezzalo l’esatto contrario, cioè un Presidente del Consiglio che parla poco, appare ancora meno, viene ascoltato in Europa e nel mondo come non capitava ad un nostro premier da molti anni ed è «competente». Ecco, la competenza è quello che chiediamo alla politica.

Invece c’è chi non riesce ad andare oltre al nascondino o al fresie, anche se arriverà a Montecitorio.

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