Santos Arias, il mondo con gli occhi di un ippopotamo

Jerzy Skolimowski con EO ci aveva
già abituato a veder il mondo attraverso gli occhi di un asino,
ora con Pepe, film in concorso al festival di Berlino, lo
vediamo attraverso quelli di un gigantesco ippopotamo. Per
essere più esatti sentiamo la sua rimbombante voce narrante
provenire dall’oltretomba perché Pepe è morto ed è il primo e
unico ippopotamo mai ucciso nelle Americhe.
    Questa la premessa per capire questo film sperimentale, pieno di
effetti rumori e distorsioni, firmato da Nelson Carlos De Los
Santos Arias regista dominicano che ha studiato cinema a Buenos
Aires ed Edimburgo e ha un MFA presso il California Institute of
the Arts.
    In Pepe il regista segue così la vicenda di questo ippopotamo
trasferito dall’Africa per vivere nella tenuta del signore della
droga Pablo Escobar.
    In questo viaggio Pepe incontra alcuni individui della realtà
locale colombiana in attesa di quella morte che conosce bene
essendo un narratore postumo.
    Tra le storie narrate da Pepe quella dell’uomo che l’ha
incontrato per primo sul fiume sulla sua canoa nell’acqua e venne scambiato per lo squalo di Spielberg. Ci sono poi alcune sequenze di un concorso di bellezza locale e di varia umanità
che sembra non sapere neppure bene chi sia e dove vada.
    “Ora la situazione degli ippopotami in Colombia non era certo
quello a cui volevo fare riferimento, anche se è vero che nel
mio paese tutto diventa politicizzato. Ogni paese ha questioni
che non vengono mai risolte e gli ippopotami sono qualcosa del
genere in Colombia anche perché è diventato un problema legato
ai narcos e dunque parte di una campagna politica. Quello che
mi interessava invece – dice il regista a Berlino – era tutto
il simbolismo che emana da questa storia. Su tutte la storia
della migrazione forzata dall’Africa alle Americhe, perché è
stata questa la prima migrazione al di fuori dell’Africa”.
    E ancora aggiunge De Los Santos Arias: “Ho pensato agli schiavi
neri, i cimarroni, che sono fuggiti dai loro padroni proprio
come ha fatto Pepe. Certo è un film che si svolge in Colombia. E
così in Colombia e voglio portare il film lì e vedere che ne
pensa la gente”.
   

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