martedì, 11 Febbraio 2025
Schillaci, ‘evitare gli esami inutili in radiologia’
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“Credo che la radiologia abbia fatto passi da gigante, la diagnosi per immagini oggi impatta moltissimo in quello che è il trattamento dei pazienti. Tuttavia credo che bisogna guardare con attenzione all’appropriatezza delle prestazioni e fare ciò che serve nei tempi giusti a chi veramente ne ha bisogno, evitando esami inutili”. Così il ministro della salute Orazio Schillaci a margine del convegno ‘sostenibilità in radiologia: ricerca, innovazione e sostenibilita” promosso dalla Società italiana di radiologia medica e interventistica Sirm.
“La comunità radiologica è molto forte, è una società scientifica importante, la più numerosa d’Europa e quindi sicuramente il confronto con la società scientifica radiologica potrà solo essere utile per il Ministero e per il Servizio Sanitario Nazionale”, ha concluso.
Gandolfo (radiologi Sirm), ‘fino al 40% degli esami effettuati è inutile’
“Oggi, fino al 40% degli esami di diagnostica per immagini, dalle tac alle risonanze magnetiche, è inappropriato. Si tratta cioè di esami in eccesso o inutili”. Lo ha sottolineato la presidente della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (Sirm), Nicoletta Gandolfo, in occasione del convegno ‘Sostenibilità in radiologia: ricerca, innovazione e responsabilità’.
Il tasso di inappropriatezza negli esami, ha rilevato Gandolfo, “si deve in parte al fenomeno della medicina difensiva, che spinge il medico ad un eccesso di prescrizioni, ed in parte al crescente invecchiamento della popolazione ed al conseguente aumento della richiesta di esami di diagnostica per immagini”. Tutto questa porta anche all’allungamento dei tempi per ottenere un esame, con il grave fenomeno delle liste di attesa: in alcuni casi, ad esempio per le risonanze magnetiche, rilevano gli esperti della Sirm, i tempi di attesa possono arrivare anche a 9 mesi. A fronte di queste criticità, la Società scientifica, afferma Gandolfo, “ha prodotto delle specifiche raccomandazioni per gli specialisti, ma è necessario anche sensibilizzare maggiormente i cittadini”. Un altro aspetto è quello dell’impatto ambientale: “Le nostre tecnologie – sottolinea la presidente Sirm – producono oltre l’1% di gas serra. Da qui la sfida di produrre apparecchiature sempre più ecosostenibili “.
Il tema, rileva anche il presidente eletto Sirm, Luca Brunese, “è dunque la gestione delle risorse in ottica di sostenibilità. L’adozione di pratiche corrette, però, non si limita all’ottimizzazione economica, in cui rientra l’utilizzo ‘green’ dei macchinari di maggior consumo come la tac, ma riguarda anche la riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti che utilizziamo, dai device tecnologici fino ai mezzi di contrasto e ai materiali radiologici, per cui sono fondamentali anche accurate politiche di smaltimento e recupero. In questa visione rientra anche una maggiore digitalizzazione, che caratterizzerà gli ospedali del futuro, con un incrementato utilizzo di telemedicina e intelligenza artificiale”.
3mila nuovi macchinari sanitari entro 2026 con Pnrr
“L’investimento previsto dal Pnrr per il rinnovamento delle attrezzature ospedaliere ad alto contenuto tecnologico porterà, entro il 2026, a supporto del Ssn oltre 3mila nuovi macchinari e ad oggi circa il 78% delle nuove apparecchiature acquistate con i fondi del Pnrr è già collaudato, ovvero in uso al cittadino”, ha affermato Schillaci sottolineando che “stiamo lavorando per raggiungere una maggiore efficacia diagnostica e, insieme, una migliore efficienza energetica, dotando le nostre strutture di impianti più performanti anche da un punto di vista energetico”.
Secondo gli ultimi dati dell’Agenas, le grandi apparecchiature sanitarie in Italia rilevate sono 8.228; il 51% risulta in strutture pubbliche, il 44% in strutture private accreditate e il 6% in strutture private non accreditate. Il 34% delle grandi apparecchiature ha un’età minore o uguale a 5 anni, il 29% tra 5 e 10 anni, il 37% più di 10 anni.
“Se pensiamo che in Italia, ogni anno, vengono eseguite 70 milioni di procedure di imaging, è evidente la rilevanza che riveste nella medicina moderna il medico radiologo, protagonista nella maggioranza dei processi diagnostici e terapeutici e nei processi di prevenzione secondaria dei tumori”, ha aggiunto Schillaci. Inoltre, le apparecchiature di nuova generazione “rendono possibile fare radiografie all’avanguardia, eseguendo esami accurati e minimizzando i rischi dovuti all’esposizione alle radiazioni”, tuttavia “l’innovazione – ha concluso il ministro – può essere la leva per un reale salto di qualità dei servizi sanitari solo a condizione che questa sia disponibile a tutti, rispettando i principi di equità e universalità sui cui si fonda il nostro Ssn, ed è questo il presupposto che deve guidare anche l’adozione dell’intelligenza artificiale in radiologia, che oggi sta aprendo scenari un tempo impensabili nella diagnosi precoce e nel supporto alle decisioni cliniche”.
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