martedì, 15 Aprile 2025
Schillaci, ‘la piattaforma per le liste d’attesa funziona. In Lazio 9 giorni per le prestazioni’

Le liste di attesa “sono un problema annoso. Il decreto legge è già pienamente attuativo e la piattaforma nazionale di Agenas per monitorare i tempi delle liste di attesa funziona, le Regioni un pò a macchia di leopardo stanno mandando i dati. E’ un sistema nuovo ma la notizia importante è che le regioni che stanno rispettando la legge stanno già ottenendo risultati importanti: si tratta ad esempio del Lazio, Basilicata, Piemonte e Liguria e così nel Lazio il tempo medio per una prestazione è passato dai 42 giorni del 2023 ai 9 giorni di quest’anno”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ospite di Omnibus su La7.
“Ora stiamo analizzando i dati Regione per Regione e prestazione per prestazione, ma è molto importante avere una piattaforma nazionale che ci permette di sapere cosa manca e dove manca per intervenire. Finalmente – ha detto – c’è una legge organica che richiama tutti alle proprie responsabilità”.
Rispetto poi all’attività intramoenia dei medici, Schillaci ha ricordato che per legge non si possono fare più prestazioni in privato rispetto all’attività pubblica: “un richiamo a una corretta applicazione della legge sull’intramoenia è doveroso e su questo stiamo agendo, soprattutto – ha concluso – a tutela dei cittadini più indigenti”.
Stop fondi a pioggia ma vanno dati a chi li usa bene
“Il primo che vorrebbe avere più fondi per la sanità sono io, ma bisogna cambiare il paradigma perchè non si può più basare il funzionamento del Ssn solo sui soldi ma bisogna efficientare il sistema. I soldi non possono più essere dati a pioggia ma vanno dati a chi li sa usare bene”, ha affermato il ministro. “I soldi sono stati dati e il prossimo anno nella legge di bilancio ci sono 5 miliardi in più per la sanità”, ha aggiunto.
Tuttavia, evidenzia il ministro, “dai dati emerge che ci sono regioni più o meno performanti . La Corte dei conti analizzando i finanziamenti messi dal governo per le liste di attesa osserva che più di un quarto dei soldi non vengono spesi o vengono spesi per altro nelle voci di bilancio” .
‘Vorrei avere una leale collaborazione dalle Regioni. Rivendico per il ministero compito di sorveglianza e indirizzo’
“Quello che mi interessa è la salute dei cittadini e vorrei avere la leale collaborazione di tutti gli altri operatori e in primis delle Regioni. La parte organizzativa per la sanità spetta alle regioni, ma io rivendico per il ministero almeno un compito di sorveglianza, di indirizzo e di collaborazione con le Regioni; quindi è un gioco di squadra nell’interesse dei cittadini”, sottolinea Schillaci.
“Ho incontrato il governatore dell’Emilia Romagna Michele De Pascale e mi dispiace leggere dichiarazioni sulla stampa, perchè ieri a me di quello che oggi viene riportato sulla stampa non ha detto nulla – ha detto Schillaci in riferimento alle affermazioni al quotidiano La Stampa del governatore, secondo cui c’è “incomprensione o disonestà intellettuale” – ma comunque va detto che la sanità non è di destra nè di sinistra ma è dei cittadini, quindi l’onestà intellettuale ci vuole nell’affrontare quelli che sono i problemi della sanità e non è sempre e solo un problema di fondi”. I fondi “sono stati dati, il prossimo anno ci sono 5 miliardi in più ma i fondi vanno spesi bene e ci vuole – ha ribadito – una organizzazione che spesso manca”.
Rispondendo infine ad una domanda in merito al suo futuro e se tornerà alla carriera universitaria o rimarrà in politica, “non lo so, adesso vediamo, intanto – ha risposto il ministro – vorrei far bene quello che stiamo cercando di fare, per avere un Ssn migliore di quello che ho trovato”.
Case di comunità risposta migliore a bisogni cittadini. 600 milioni per assumere il personale. Non demonizzare il privato convenzionato
“Il problema importante oggi della nostra sanità è sicuramente quello della medicina territoriale.
Noi stiamo lavorando a riorganizzare il Ssn per renderlo più moderno: ci sono i fondi del Pnrr che stiamo utilizzando e siamo in linea con le tempistiche. Questi fondi erano però stati pensati solo per le infrastrutture ma dentro le infrastrutture va messo il personale sanitario e noi abbiamo stanziato per quest’anno 250 milioni e per il prossimo 350 milioni per assumere personale dentro le Case di comunità. La medicina territoriale e le Case di comunità sono sicuramente la risposta migliore ai bisogni di salute di tanti cittadini e soprattutto delle persone più anziane e servono anche per decongestionare i Pronto soccorso”. E’ la linea illustrata dal ministro della Salute.
Proprio Pronto soccorso, insieme alle liste di attesa, ha aggiunto il ministro, “rappresentano l’altro grande problema del nostro Servizio sanitario nazionale. Dobbiamo rafforzare assolutamente la medicina territoriale per fare sì che chi non ha bisogno di andare al Pronto soccorso trovi risposta alle sue richieste di salute in un altro contesto. Inoltre, siamo intervenuti per aumentare i compensi per gli operatori sanitari dei Pronto soccorso e con una legge a loro difesa contro le aggressioni di cui spesso sono oggetto”. Quanto alla sanità privata, “sono un medico che ha lavorato per 30 anni nel Ssn, lo conosco bene e non credo che ci siano dei provvedimenti specifici di questo governo che hanno favorito la sanità privata. Chi si rivolge alla sanità privata – ha rilevato Schillaci – è libero di farlo, ma ciò dovrebbe avvenire solo se si sceglie liberamente e mai perchè non si trova posto nel pubblico”. Inoltre, “non va demonizzato il privato convenzionato, che fa parte del Ssn. Va ricordato che se il cittadino che va nel privato convenzionato paga il ticket o nulla se è esente, ma soprattutto va ricordato che se la prestazione non viene assicurata nei tempi giusti il cittadino ha diritto a eseguire quella prestazione in regime di intramoenia, pagando solo il ticket o nulla – ha concluso – rivolgendosi alla struttura ospedaliere che deve prendersene carico”.
Scelta del rapporto di lavoro per giovani medici base. Donne sono maggioranza e potrebbero essere interessate
La questione del rapporto di lavoro dei medici di base è “molto dibattuta, ma io credo che per i giovani, soprattutto in una prima fase, sia giusto fare scegliere il tipo di rapporto, di dipendenza dal Ssn o in convenzione. Questo anche perchè i due terzi delle persone che frequentano i corsi di Medicina e chirurgia sono donne e queste potrebbero gradire un tipo di rapporto di lavoro diverso”, ha detto Schillaci.
“I medici di base – ha sottolineato Schillaci – rappresentano il primo presidio per i cittadini rispetto alla Sanità. Mancano medici di base perchè la professione è diventata meno appetibile e su questo c’è una riforma in atto che stiamo portando avanti per far diventare la medicina di famiglia una vera e propria specializzazione universitaria come le altre. Non più dunque un corso regionale per la formazione, diverso da Regione a Regioni ed in cui, tra l’altro, chi partecipa riceve emolumenti inferiori rispetto agli altri specializzandi universitari”. In questo momento “c’è poi un grande dibattito sul ruolo dei medici di famiglia. Da un recente sondaggio dell’Istituto Piepoli emerge che i cittadini che ne hanno una grande stima, ma ritengono importante – ha ricordato il ministro – avere da parte loro una maggiore disponibilità e un migliore utilizzo della telemedicina e delle tecnologie che oggi sono messe a disposizione”.
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