Schwarzenegger, ‘La mia vita è il sogno americano’

(ANSA) – LOS ANGELES, 29 GIU – A volte ritornano. O forse non
se ne vanno mai davvero. Arnold Schwarzenegger (76 anni il 30
luglio) ex culturista, ex eroe d’azione sul grande schermo, ex
governatore della California, è più vivo che mai. Netflix lo ha
appena riportato alla ribalta come agente della Cia in pensione,
attempato ma ancora in forma e abile con le armi, con ‘Fubar’ e
in una versione più intima e sfaccettata con il bel documentario
in tre episodi ‘Arnold’. Ma da ieri, il fu Mr Muscolo e
Terminator, celebra l’ennesima svolta nella sua carriera, con la
consacrazione a icona pop grazie alla monografia fotografica che
gli dedica la prestigiosa casa editrice tedesca Taschen. “Ci sono voluti dieci anni per ultimare questo libro. È il
progetto più lungo a cui abbia mai lavorato. Perfino per
diventare Mr Universo ci ho messo la metà del tempo”, scherza
lui sul palco dell’Academy Museum di Los Angeles.
    ‘Arnold’ – stesso titolo del documentario su Netflix – è
stampato in 1947 copie (l’anno di nascita di Schwarzenegger),
consta di un volume di fotografie di 34×46 cm e di uno più
piccolo che racchiude un’intervista, poster, manifesti e
articoli d’epoca, per un totale di 800 pagine e 8 chili,
acquistabili in tre versioni: quella più semplice costa 1.500
dollari; una arriva su un leggio a forma di capitello corinzio
in poliuretano bianco (prezzo 3.000 dollari) e poi c’è quella
con la copertina di Annie Leibovitz stampata su lastra di
alluminio (15.000 dollari).
    “Sono nato in un piccolo paese dell’Austria. Eravamo così
poveri che mia madre andava di casa in casa a elemosinare cibo.
    Gli uomini erano arrabbiati e depressi per la guerra persa e
finivano spesso per essere ubriachi e violenti. Ho sempre saputo
che non c’entravo niente lì, che dovevo uscirne”. Mentre
racconta la sua incredibile vita, “la quintessenza del sogno
americano” – la definisce lui stesso – alle sue spalle scorrono
le foto selezionate dall’editrice Dian Hanson: scatti di
Leibovitz appunto, ma anche Richard Avedon, Robert Mapplethorpe,
Herb Ritts, Francesco Scavullo o Andy Warhol, immagini in bianco
e nero e a colori, realizzate per riviste, nei dietro le quinte
di film o di gare di culturismo oppure ritrovate nei cassetti di
casa Schwarzenegger. (ANSA).
   

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