Scongiurato lo sciopero dei medici nel più grande ospedale sardo

Lo sciopero non ci sarà, ma lo
stato di agitazione resta aperto: è l’esito dell’incontro tra
l’assessore alla Sanità della Sardegna, Armando Bartolazzi, e le
sigle sindacali dei medici dell’Arnas Brotzu Anaao-Assomed,
Aaroi Emac, Cimo, Cgil Fp, Cisl Medici, Fassid, Fesmed, Fvm, Uil
Fpl Medici (il 21 toccherà ai sindacati confederali) sulla
vertenza per la disparità di trattamento economico rispetto ai
colleghi delle altre Asl: “siamo sottopagati” denunciano le
sigle.
    “Non ci sarà, come era stato preannunciato, una
calendarizzazione di giornate di sciopero – spiega Luigi Mascia,
presidente regionale Cimo Fesmed -. Al tavolo si sono dimostrati
aperti alle nostre richieste e quindi apprezziamo la loro
disponibilità. Dobbiamo aspettare di verificare calcoli e
numeri, per questo lo stato di agitazione rimane, però siamo
fiduciosi”.
    I medici del più grande ospedale della Sardegna, hub di alta
specializzazione, chiedono che si applichi la legge 1 del 2023,
della scorsa legislatura, che stanziava dieci milioni per la
perequazione dei fondi a disposizione delle aziende sanitarie.
    Fondi che sono stati sbloccati, ha annunciato l’assessore
Bartolazzi, con una rimodulazione delle risorse da altri
capitoli.
    “Quello della ripartizione e perequazione dei fondi è solo
una parte del problema – osserva Myriam Pastorino, sindacalista
della Funzione pubblica Cgil – perché il grosso sta nel
malessere organizzativo e nel disagio lavorativo di tutta la
dirigenza medica e non medica sanitaria di tutte le aziende
della Sardegna, dal nord al sud”. I tempi della vertenza sono
stretti: dall’apertura dello stato di agitazione, con il tavolo
di raffreddamento in prefettura, ci sono 30 giorni per trovare
un accordo. Trattative in corso: “C’è l’interesse da parte di
tutti di non arrivare ovviamente a decisioni più drastiche”,
dicono i sindacati.
    Bartolazzi parla di “un confronto serio e intellettualmente
onesto su una problematica che affligge il personale medico e di
tutto il comparto sanitario da almeno un ventennio. Questo
assessorato – chiarisce – si è attivato già da diverse settimane
per cercare di risolvere quella che è un’ingiustizia sociale”.
   
   

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