sabato, 18 Gennaio 2025
Secret Invasion, il gioco delle spie a livello hard (recensione senza spoiler)
Di chi puoi fidarti in un gioco di spie in cui chiunque può essere – letteralmente – qualcun altro? Se avete risposto “di nessuno”, benvenuti nel mondo ad alta tensione di Secret Invasion, la nuova miniserie Marvel da 6 episodi in arrivo dal 21 di questo mese, a cadenza settimanale, su Disney+. Abbiamo avuto modo di vederne in anteprima i primi due episodi e, ovviamente senza fare alcuno spoiler, possiamo dirvi subito che il Nick Fury di Samuel L. Jackson ha davvero un bel ginepraio di scala globale sotto gli occhi. Beh, sotto l’occhio.
LE MASCHERE SONO ROBA VECCHIA
Il Secret Invasion a fumetti, nella seconda metà del 2008, partiva dal principio che tanti degli eroi Marvel classici potevano essere/erano stati soppiantati dagli Skrull, in un piano di conquista del pianeta da parte degli alieni verdi mutaforma. Questo Secret Invasion per il piccolo schermo parte dallo stesso spunto – e dal medesimo claim: “Who do you trust?”, di chi ti fidi?, appunto – e lo traduce dal mondo pieno di tizi in costume dell’universo Marvel cartaceo a quello con molti più eroi senza superpoteri dell’MCU.
Abbiamo già visto Nick Fury e altri buoni alle prese con un’invasione dall’interno, a causa dell’Hydra, ma come lo stesso Fury chiarisce nel secondo episodio, l’Hydra ti sembra un gioco da ragazzi quando hai a che fare con dei tizi che possono assumere l’aspetto di tuo padre. La premessa è pertanto solida, e lo sviluppo, a giudicare da questi primi due episodi, bello adrenalinico.
MR. FURY
Quasi a voler convincere chi in passato ha – anche giustamente, eh – accusato l’eccessiva lentezza con cui la trama si snoda nelle serie TV Marvel, Secret Invasion parte con il piede schiacciato a tal punto sull’acceleratore da sfondare il pedale. La girandola impazzita di servizi segreti in competizione tra loro, piani dei villain di turno, alleanze e tradimenti, esplosioni e gente ammazzata, e soprattutto l’inquietante sensazione di vedere anche in un’opera di fiction le tensioni rinverdite tra superpotenze, fa sembrare il tutto un film di Bond/Bourne sotto steroidi. Dove i travestimenti non servono però a niente, perché tanti dei protagonisti ci mettono un secondo a prendersi il tuo aspetto.
Se tutto questo vi ha fatto venire in mente le atmosfere di uno dei migliori film in assoluto dell’MCU, Captain America: The Winter Soldier, dei Russo Bros., beh, è ancora presto per giudicare il tutto, ma le atmosfere a cui si è guardato sono grossomodo quelle. La serie è del resto firmata e in parte scritta da Kyle Bradstreet, che con colpi di scena e tensione ci ha imbottito gli episodi scritti per Mr. Robot.
STORIA DI UN’INVASIONE
Naturalmente a Secret Invasion toccava anche riannodare tutti i fili del discorso, a oggi sparsi un po’ in giro nell’MCU. Il rapporto di collaborazione e amicizia tra Fury e Talos (Ben Mendelsohn), che va avanti da decenni, come raccontato dal film di Captain Marvel. Quanto accennato nel finale di Wandavision. La stazione spaziale (e la faccenda degli alieni di Calabria) che vedremo in The Marvels, come dicevamo qui. Bene, in questi primi due episodi non solo il compito di cucitura è stato svolto con dedizione, ma, come avviene nelle migliori storie di spionaggio, si precisa che anche del protagonista, in fondo, conosciamo molto poco. Nick Fury è in giro per l’MCU sin da quando quest’ultimo esiste, dall’inizio, eppure quanto sappiamo davvero di lui?
E qui il grosso vantaggio di Secret Invasion è avere un attore come Samuel L. Jackson nella parte. Un Jackson a tutto spettro, che di volta in volta assume i panni consueti del Fury cinico e stronzo, del vecchio soldato, dell’amico, di un uomo che soffre, e altro ancora. Il tutto in un caleidoscopio di personaggi nuovi e vecchi (Cobie Smulders, Emilia Clarke, Don Cheadle, Martin Freeman, Kingsley Ben-Adir e una STREPITOSA Olivia Colman), ciascuno con le sue motivazioni e i suoi piani, che magari – di nuovo – non sono quelli che immaginate.
Le sorprese non mancano in entrambi gli episodi, e sono belle grosse. Tanto che, e forse è la prima volta nelle serie dell’MCU da un bel po’ di tempo a questa parte – probabilmente bisogna tornare indietro fino al citato Wandavision – che il punto non è se ci sarà o meno un cameo di questo o quell’eroe, ma cosa diavolo succederà nei prossimi episodi.
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