Segre, la memoria il più potente antidoto contro la barbarie

(ANSA) – ROMA, 18 OTT – “SIAMO QUI SIAMO VIVI” è il titolo
che “racchiude, in quattro parole, la nostra storia, la vicenda
umana e disumana dei sopravvissuti ai campi di sterminio. Noi
sopravvissuti, all’oscuramento della ragione, noi che siamo
tutti un po’ sommersi e un po’ salvati, abbiamo il dovere della
testimonianza. Storia e memoria procedono parallele e sono
patrimonio comune dell’umanità. Ma che cos’è la memoria? È il
più potente antidoto contro la barbarie, è il passaporto per il
futuro, è un rammendo imperfetto di un percorso di guarigione
civile, percorso che serve a mantenere in buona salute la
democrazia”. Sono le parole della senatrice Liliana Segre che
riceve il 18 ottobre il Filming Italy Humanitarian Award,
ritirato per lei da Don Francesco Tedeschi della Comunità di
Sant’Egidio.
    In occasione della Festa del Cinema di Roma, viene presentato
in anteprima al cinema Troisi il docufilm di Daniele Ceccarini,
Siamo qui siamo vivi. Basato sul libro scritto dal giornalista
Roberto Mazzoli (ed. San Paolo), il film ripercorre, attraverso
interviste e materiale d’archivio, l’incredibile storia di
Alfredo Sarano, segretario della comunità ebraica di Milano che
salvò la vita a 14.000 ebrei milanesi, rifugiandosi con la sua
famiglia nel convento del Beato Sante di Mombaroccio. In questo
luogo in provincia di Pesaro, la vicenda si intreccia con la
storia di Erich Eder, giovane sottoufficiale della Wehrmacht,
che si rivelò fondamentale nel determinare la salvezza della
famiglia Sarano e dei 300 civili rifugiati nelle grotte del
santuario.
    Il documentario ricostruisce l’intera vicenda storica, grazie
alle testimonianze dei discendenti dei salvati e dei salvatori e
alla partecipazione della senatrice a vita Liliana Segre e di
importanti nomi del mondo accademico come Gabriele Rigano
(docente di storia contemporanea all’Università per stranieri di
Perugia) e Gadi Luzzatto Voghera (direttore del CDEC, il Centro
di Documentazione Ebraica Contemporanea). Il docufilm è prodotto
dalla Arman Julian Production insieme al noto imprenditore
Manuele Malenotti. (ANSA).
   

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