Settimana Europea dell’Infertilità: conoscere le cause, superare stigma e tabù

L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera l’infertilità una patologia e la definisce come l’assenza di concepimento dopo 12/24 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti. Fertility Europe, l’organizzazione paneuropea che rappresenta le associazioni di pazienti dedicate alla fertilità, organizza la settima Settimana Europea della Fertilità. Dalla sua fondazione nel 2016, la Settimana Europea della Fertilità annuale si tiene la prima settimana di novembre. Quest’anno la data cade tra il 7 e il 13 novembre 2022.

Nel 2022, la SEF sta dedicando queste giornate alla sensibilizzazione del percorso di fertilità dei pazienti e le difficoltà che spesso devono affrontare.

Infertilità: dati e prevenzione.

Il bisogno di parlarne per superare i tabùL’infertilità in Italia riguarda circa il 15% delle coppie mentre, nel mondo, circa il 10-12%. Questa patologia può riguardare l’uomo, la donna o entrambi (infertilità di coppia). Può anche però accadere che vi sia un’impossibilità per quella particolare unione tra individui di concepire la vita. “Divulgare il tema è di fondamentale importanza per supportare le coppie su un tema che si fa ancora fatica ad affrontare e che rappresenta ancora, per molte unioni, un tema di grande sofferenza psicologica, legato a stigma, vergogna, sensi di colpa e tabù” a precisarlo è la dottoressa Elisabetta Colonese Specialista in Ginecologia e referente del portale di Mustela Formazioneinfanzia.it ed esperta della cura delle infertilità di coppia a Milano.

Quali sono le cause?

“Le cause di infertilità sono plurime, e si dividono in cause femminili e maschili ma volevo ricordare – precisa la specialista – che l’infertilità riguarda sempre una coppia e quindi è sempre bene valutare la salute di entrambi gli individui. Le cause femminili possono essere legate a problemi di tipo tubarico (ostruzioni tubariche), ma anche ascrivibili a disequilibri dell’assetto ormonale( come sindrome ovaio policistico, problemi tiroidei, alterazioni della produzione di prolattina, amenorrea primaria e secondaria, endometriosi) come anche ad alterazioni morfologiche dell’utero come ad esempio fibromi e polipi posti in posizioni poco fortunate all’interno dell’utero. Le cause maschili sono ascrivibili ad alterazioni qualitative, quantitative, morfologiche o legate alla motilità degli spermatozoi. In base al tipo di problema riscontrato in sede di diagnosi sarà proposto un differente percorso alla coppia”.

L’età è un fattore sempre determinante

“Certamente l’età è uno dei grossi problemi legati alla qualità e quantità ovocitaria in una donna. La scienza ci descrive il picco di fertilità attorno ai 25 anni. E dopo i 35 anni di anno in anno la qualità e la quantità ovocitaria decresce progressivamente”.

La diagnosi di infertilità

“E’ bene precisare che la valutazione va sempre fatta su entrambi i componenti della coppia- precisa la specialista-. È necessario indagare la storia anamnestica di entrambi i membri della coppia, poi si prosegue indagando la riserva ovarica della donna, attraverso esami ormonali specifici, è importante eseguire inoltre esami che restituiscano informazioni sul corretto funzionamento ormonale in toto, tra cui l’assetto ormonale tiroideo, è fondamentale eseguire un’ecografia transvaginale per la conta dei follicoli antrali. Poi si prescrive un’indagine per verificare la pervietà delle tube, va sempre fatto uno screening dei tumori del collo dell’utero perché, in vista di trattamenti o gravidanze, il collo dell’utero non deve presentare fattori di rischio e l’indagine va sempre completata con un controllo mammario. In merito all’uomo va eseguito un esame del liquido seminale che ne valuti qualità e mobilità”.

Le tecniche di primo e secondo livello

“Quando mi trovo davanti una coppia- premette la dottoressa Colonese- affronto con loro il percorso come fossimo un vero e proprio team. Nella nostra Unità Operativa ci occupiamo della diagnosi e del trattamento della infertilità di coppia con diverse tecniche sia di primo che di secondo livello.Primo livello vuol dire avere rapporti a casa mirati, con o senza stimolazione ormonale, si può anche monitorare l’ovulazione con un’ecografia, e scegliere così il momento migliore per avere rapporti mirati; oppure si può procedere con inseminazione artificiale utilizzando un catetere che introduce il liquido seminale nel momento ovulatorio. Diversamente si procede con il secondo livello ovvero la Fecondazione in vitro. Due sono le tecniche: Fivet ed Icsi, ovvero dopo una stimolazione con punturine quotidiane di ormoni, si cerca di aumentare la risposta ormonale femminile, si prelevano gli ovociti, che vengono posti a contatto con il seminale del marito, permettendo la fecondazione nelle migliori condizioni di efficacia. Nella Fivet il liquido seminale viene lasciato liberamente a contatto con l’ovocita in vitro, nella Icsi invece lo spermatozoo viene selezionato e viene favorito l’inserimento in maniera mirata”.

E’ importante aver cura degli aspetti psicologici?

“Desiderare un figlio e sperimentare l’impossibilità di concepirlo è un’esperienza dolorosa- conclude la dottoressa Colonese- La condizione d’infertilità di una coppia conduce i suoi componenti a vivere un’esperienza psicologica, relazionale e sociale molto complessa, spesso legata a un vissuto di disperazione emotiva, di colpa e fallimento. È un percorso che a volte destabilizza la solidità dell’unione e per questo io consiglio sempre alle coppie di farsi seguire anche dal punto di vista psicologico”.

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