Shang-Chi, le origini a fumetti dei villain del film

Shang-Chi nemici mandarino storia

Come e perché nei comics Marvel sia nato negli anni 70 un emulo di Bruce Lee, grazie a due autori in fissa con una serie TV con David Carradine, lo abbiamo spiegato qualche mese fa in questo articolo sulla storia a fumetti di Shang-Chi. Ma se avete già visto il film Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, ecco anche il background cartaceo degli antagonisti dell’eroe nel film. Il Mandarino, e non solo. Se invece non lo avete ancora fatto, beh, seguono ovviamente SPOILER, occhio.

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DON’T CALL ME COME UN AGRUME

C’è da capire Wenwu. Se non vuole essere chiamato il Mandarino, perché quell’alcolizzato di Trevor Slattery gli ha bruciato il nomignolo, per conto di Guy Pearce, Iron Man 3. Il disprezzo per quel nome da battaglia che il nuovo, genuino Mandarino interpretato da Tony Leung manifesta nel film di Shang-Chi? Comprensibile, alla luce di quanto successo. Il punto, però, è che il Mandarino dell’MCU continua ad essere molto diverso dalla sua controparte a fumetti. A cominciare proprio dal nome.

Come si chiami davvero il Mandarino Marvel, nemico storico di Iron Man, nessuno lo sa. Anche se nelle trasposizioni televisive e cinematografiche lo abbiamo visto adottare vari alter ego – come l’archeologo Arnold Broke nel cartoon di Iron Man degli anni 90, o, appunto, Wenwu ora nell’MCU – da sempre per i lettori Marvel è semplicemente il Mandarino. Come racconta lui stesso a Iron Man su Tales of Suspense 62 (febbraio ’65), è il figlio di un ricco uomo cinese discendente di Gengis Khan e di una nobildonna inglese, nato prima della rivoluzione cinese del 1911.

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La sua prima apparizione nel Marvel Universe è in una delle prime avventure di Iron Man, su Tales of Suspense 50, a inizio ’64, dove peraltro si spaccia anche come il più grande maestro di karate del mondo. Così, perché gli va.

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IL SIGNORE DEI TANTI ANELLI

Rimasto orfano molto presto, il ragazzo scopre in una valle proibita l’astronave di una creatura aliena dall’aspetto di un drago. Nella nave ci sono dieci anelli (anelli veri, non bracciali), la cui tecnologia viene impiegata dal giovane per appagare la sua seta di conquista e di vendetta nei confronti del governo cinese. Gli anelli che indossa, uno per dito, hanno nei fumetti tutti poteri diversi. Si va dai raggi congelanti alle scariche elettriche, dalle fiamme a una luce nera in grado di assorbire le altre emissioni luminose, e così via.

Naturalmente, come ogni personaggio Marvel che si rispetti, il Mandarino – il cui look tradizionale, nei fumetti, lo vede con lunghi capelli neri e pizzetto – ha avuto la sua dose di morti e resurrezioni. Ad esempio è passato a miglior vita in una storia del 1998, ucciso dall’esplosione di una fortezza volante tamarrissima, chiamata Dragon of Heaven e con la foggia di un gigantesco drago verde (Iron Man vol. 3 numero 10, novembre 1998). Ma poi è tornato, chiaro, poco dopo.

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E come per tanti altri character della Casa delle Idee, buoni e cattivi, anche il Mandarino ha subìto vari aggiornamenti delle sue origini. In una storia pubblicata su The Invincible Iron Man Annual (di Matt Fraction e Carmine Di Giandomenico), nel 2010, ad esempio, viene suggerito che buona parte di quello che sappiamo del Mandarino, attraverso i racconti di quest’ultimo, è falso. E le sue origini sono molto più umili di quanto è andato dicendo per decenni.

Shang-Chi nemici Razor Fist

QUA LA MAN… FA NIENTE

I due scagnozzi di Wenwu nel film, l’energumeno con una lama al posto della mano e la spietata killer/personal trailer con il volto dipinto, vengono entrambi dai fumetti di Shang-Chi. Razor Fist da una storia degli anni 70, pubblicata su Master of Kung Fu 29 (giugno ’75). In realtà, a quel primo Razor Fist avevano soppiantato ENTRAMBE le mani con delle lame d’acciaio. Solo che gli sparano, e crepa.

Subentrano allora anni dopo altri due Razor Fist, i fratelli William e Douglas Scott, che si fanno impiantare una lama a testa. È più pratico per tante cose, pure se ti devi fare una doccia. A uno dei due sparano, e crepa (si porta), mentre l’altro, Douglas, è stato in giro a lungo. Solo che poi Deadpool gli grattugia la faccia sull’asfalto, e crepa pure lui (Deadpool Asssassin 2, 2018). Di lame questo Razor Fist ne usava due, come il primo mercenario con questo nome: ironicamente, nessuno dei due era davvero in grado di usare un pugno… Nel film di Shang-Chi, Razor Fist è interpretato dall’ex peso massimo di pugilato (e già figlio di Ivan Drago) Florian Munteanu.

La tipa silenziosa è invece Death Dealer. Apparsa per la prima volta sul numero 115 di Master of Kung Fu, nell’estate dell’82, e schiattata una manciata di numeri dopo, la Death Dealer a fumetti era un’agente segreta doppiogiochista, che muore male quando Shang-Chi le scaglia addosso un braciere. Il cosplayer de la Torcia Umana dei Fantastici Quattro, diremo, non le viene benissimo…

 

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