Shyamalan, paura? Non proteggere la mia famiglia

Cosa succede se tu, padre perfetto
Cooper (Josh Hartnett), porti tua figlia adolescente Riley
(Ariel Donoghue) al concerto della rockstar del momento Lady
Raven (Saleka Shyamalan) e scopri che questa manifestazione
piena di musica, cibo e stand di gadget non è altri che una ‘Trap’, una trappola (per te) proprio come il titolo dell’ultimo
film del regista M. Night Shyamalan con protagonista anche la
figlia primogenita stella nascente della musica.
    Il film, in sala con Warner Bros. Pictures dal 7 agosto, è tutto
qui ma è anche molto di più perché, come indica il manifesto, ci
sono in campo 30.000 fan, 3.000 poliziotti, un serial killer e
nessuna via d’uscita.
    “La mia paura più grande? È quella di non poter proteggere la
mia famiglia, le mie tre figlie e mia moglie, penso sempre solo
come posso fare. È una cosa che traspare anche in questo film,
un’angoscia costante che ci sia qualcosa che sta per accadere,
che succederà qualcosa che siano cattivi, alieni o fantasmi”
dice oggi a Roma il regista cinquantaquattrenne maestro dell’horror.
    Che succede nelle quasi due ore del film?
Succede che le risorse di Cooper per fuggire risultano davvero
infinite, da parte sua tempismo, occasioni colte al volo, un po’
di fortuna e soprattutto un’impassibilità che fa la differenza.
    Ma se si pensa che il film riservi sorprese sono nello stadio
stracolmo di ragazzine urlanti ci si sbaglia di grosso il bello
viene alla fine e sembra non terminare mai.
    “Trap è un’idea mia e di mia figlia Saleka – dice Shyamalan -,
nata dalle nostre conversazioni sulla musica e sui film.
    Fondamentalmente ci è venuto in mente di realizzare un film
musicale insieme, che funzionasse anche come un thriller. Ho
iniziato chiedendomi: ‘Potremmo fare un thriller sulla musica?’
Pensavo che Saleka avrebbe potuto scrivere un album, che ci
saremmo vissuti quella musica come se fossimo a un concerto, per
poi intrecciare il tutto nella trama di un thriller”.
   

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