Sime, su medicina estetica più regolamentazione e informazione

“È vero, la medicina estetica non è
una specializzazione universitaria, ma questo non significa che ‘non esista'”.
    Così il presidente della Società Italiana di Medicina
Estetica (Sime), Emanuele Bartoletti, alla luce degli attacchi a
questa professione scatenati da recenti fatti di cronaca, invita
tutti a fare un distinguo tra i professionisti seri,
adeguatamente formati nel campo della medicina estetica,
attraverso scuole e master anche di durata quadriennale e tutto
il sottobosco di medici estetici ‘improvvisati’ e di personale
non medico che abusivamente effettua trattamenti a base di
filler e botox. Per la Sime è necessaria una più stretta
regolamentazione e una maggior informazione al pubblico. Perchè “con l’aumentare del numero delle procedure di medicina
estetica, si rischia di trovare medici senza scrupoli o troppo
accondiscendenti verso richieste del tutto prive di senso.
    Purtroppo, infatti, la legge italiana non richiede di essere
medici specialistici per poter praticare la medicina estetica,
quindi la possibilità di incorrere in figure professionali non
all’altezza si fa seriamente concreta, a danno dei
professionisti seri e soprattutto dei cittadini”.
    “Esiste la Società Italiana di Medicina Estetica Sime, nata
50 anni fa e che ora conta quasi 1000 soci medici, accreditata
al ministero della Salute”, spiega Bartoletti e conclude,
rivolgendo un appello a tutti i pazienti: “Non esitate a
chiamare l’ordine dei medici della vostra provincia per
controllare se il medico cui vi volete rivolgere ha
un’esperienza specifica come medico estetico, corroborata dalla
frequentazione di corsi di medicina estetica quadriennali
organizzati dalla società scientifiche, Sime, Sicpre, Sies o
Agorà, o direttamente dalle università. In questo modo eviterete
di incorrere in falsi medici estetici”.
   

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