venerdì, 7 Febbraio 2025
Smutniak, in Pantafa paura essere genitori inadeguati
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(ANSA) – ROMA, 28 MAR – Quando “la paura ha una base,
qualcosa con cui ci possiamo identificare diventa più profonda.
Qui ha un volto, un nome, ed è incarnata da una figura
femminile, legata a una senso di soffocamento. Ci si accosta
così anche al racconto del rapporto fra una madre e una figlia,
e a una delle più grandi paure per i genitori, sentirsi
inadeguati, non all’altezza. Un tema che il genere consente di
affrontare in maniera più diretta e schietta”. Lo dice Kasia
Smutniak parlando del folk thriller horror di cui è
protagonista, Pantafa di Emanuele Scaringi, che dopo il debutto
al Torino Film Festival arriva in sala dal 30 marzo in 90 copie
con Fandango (anche produttore con Rai Cinema). Il film nasce
da una leggenda popolare che in più varianti è presente in molte
zone d’Italia e anche all’estero (fra le altre, pantafica nelle
Marche e in Abruzzo, fantasima in Toscana e Umbria, la
carcaveja in Piemonte o il kanashibari in Estremo Oriente) su
una figura spettrale che si manifesta sul petto di persone
dormienti impedendogli di respirare. “Ci sono storie simili
anche in Polonia – spiega l’attrice -. Il punto di partenza però
è molto reale, la diffusione nel mondo delle paralisi
ipnagogiche (disturbo del sonno che provoca apnee notturne e a
volte può causare stati allucinatori), che colpiscono circa
l’8% della popolazione”. Il film “poi ruota intorno a un
universo femminile”. Al centro del racconto c’è Marta
(Smutniak), mamma single, inquieta e ribelle che porta la figlia
NIna (Greta Santi), affetta da paralisi ipnagogiche a vivere in
un paesino delle montagne abruzzesi, Malanotte, sperando che
l’aria salubre e i ritmi più lenti aiutino la piccola a guarire.
Gli abitanti del paesino però accolgono le ‘forestiere’ con
diffidenza e in giro non si vedono bambini, perché si teme
diventino vittime della pantafa, strega che opprime e si
impossessa dei più piccoli. ‘. “Marta ha paura di essere
madre – spiega Kasia Smutniak – . Porta la figlia in questo
paesino per aiutarla, ricominciare una nuova vita ma forse anche
per scappare, qualcosa che probabilmente ha già fatto e infatti
vive anche un momento di ribellione”. (ANSA).