Solo per una notte, una donna tra desiderio e maternità

‘Solo per una notte’ di Maxime
Rappaz, in sala da giovedì 12 dicembre con Wanted, è un film
pieno di silenzi, poesia e soprattutto solitudine, quella di
Claudine (la bellissima e intensa Jeanne Balibar), madre triste
di un giovane disabile, che ogni settimana si prende una pausa
dal suo quotidiano dolore andando a letto con uno sconosciuto,
ma senza nessuna implicazione affettiva.
    La donna così, come in un rituale, ogni martedì indossa
sempre un vestito bianco e va nel solito albergo, oltre la diga
della Grande-Dixence in Svizzera (la cosiddetta ‘diga dei
record’), dove si propone ad uomini soli dopo essersi assicurata
che sono di passaggio. Solo qualche scambio di battute con
l’uomo di turno sul paese di provenienza dello sconosciuto (“Lei
da dove viene? Mi può dire qualcosa della sua città?”) e poi da
Claudine il repentino invito a salire nella sua camera per fare
sesso.
    Ma un giorno questo rituale inossidabile si spezza per
l’incontro con Michael (Thomas Sarbacher), ingegnere idrico
affascinante e affascinato che fa progressivamente deragliare la
routine anaffettiva della donna. Claudine si trova per la prima
volta di fronte a un bivio, fuori dalla sua comfort zone: prova
infatti qualcosa per Michael che la vuole con lui in Argentina.
    La donna saprà rinunciare ad accudire Baptiste (Pierre-Antoine
Dubey), figlio problematico mai davvero cresciuto e che ha come
mito la principessa Diana? Ambientata nel 1997, la sorprendente opera prima di Rappaz
racconta, con grande eleganza e nessuna morbosità, quanto possa
essere complesso l’animo di una donna divisa tra desiderio e
maternità.
   

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