martedì, 1 Aprile 2025
Sorrentino, L’infinito nato da lamenti telefonici con Contarello

“Ciclicamente al telefono io e
Contarello ci lamentiamo. Sono quei momenti che decidiamo
improvvisamente che il mondo ce l’ha noi e non si può fare
nulla. Mi sono detto: perché non capovolgere queste nostre
lamentazioni e renderle proficue e fare un piccolo film, diretto
e interpretato da Umberto che è anche attore molto dotato?
Un’opera sulla condizione che stava vivendo che facesse
idealmente riferimento a Kaurismaki e Jarmush?”. Così in
collegamento al Bif&st, Paolo Sorrentino racconta la genesi de ‘L’infinito’, film da lui prodotto e cosceneggiato che arriverà
in sala il 15 maggio con la Piper Film.
Nella prima scena del film dice subito Contarello nei panni
di Umberto, sceneggiatore di successo che vede tutto crollare
intorno a se: “la mia situazione è avvilimento”. Da qui questa
pellicola in bianco e nero che racconta il vagabondare interiore
di quest’artista in crisi a cui non manca consapevolezza e
ironia. Umberto tenta di ritrovare un lavoro, aiutare una
giovane sceneggiatrice fissata col turning point, e
riconquistare anche il rapporto con la figlia Elena. Cambia poi
casa, ha ogni tanto qualche fugace rapporto con qualche sua ex,
ma è sempre pieno di malinconia e indolenza. Unica sua
passione-tormentone, a parte quella di non rinunciare al suo
storico maggiordomo, una giovane suora armena, sua dirimpettaia,
bravissima nel lavare i vetri con i fogli di giornale.
“Un mercoledì durante una telefonata con Paolo, a un certo
punto, dopo la mia lagna delle depressioni allo stato iniziale,
come fosse la cosa più normale del mondo, Paolo mi dice
all’improvviso che “stavolta” l’avrei girato io un film che
avremo scritto insieme e che lui avrebbe prodotto. Con
l’incoscienza degli uomini adulti incoscienti accettai e ci
accordammo sul fare un’opera libera e intima. Ma un film su
cosa? Su di te, visto che farai anche il protagonista”, dice
Contarello all’incontro stampa oggi a Bari.
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