Spy story sulla rigenerazione dei tessuti. Processo attorno alla Human braine wave

Spionaggio industriale ai danni di un’azienda di biotecnologie, il gip del tribunale di Torino sconfessa la linea della Procura, che chiede l’archiviazione del caso, e rilancia disponendo la formulazione dell’imputazione nei confronti di Armando Roggero, amministratore della società bresciana Ctsv Srl, accusata di aver contraffatto il brevetto nel campo della medicina rigenerativa di proprietà della Human Brain Wawe Srl (Hbw), azienda torinese presieduta dallo scienziato napoletano Antonio Graziano e di cui lo stesso Roggero, in qualità di componente del Cda, aveva fatto parte fino al 2015.

IL SUPER MACCHINARIO CHE RIGENERA I TESSUTI UMANI

È una storia a dir poco intricata, quella che ha portato all’iscrizione di Roggero nel registro degli indagati. Una vicenda che ha preso piede nel momento in cui la strada dell’imprenditore e quella dell’Hbw si sono separate. È in questo momento, infatti, che l’oggetto della contesa diventa un dispositivo medico di disgregazione cellulare, il Rigeneracons: un gioiello tecnologico, quello creato dall’Hbw, coperto dai principali uffici brevettuali del mondo e che consente, tramite un complesso sistema di preparazione delle sospensioni cellulari e dei microinnesti tessutali, di rinnovare, e dunque curare, i tessuti umani partendo dal materiale biologico del paziente stesso. Ebbene, come riportato anche nell’ordinanza firmata dal gip Francesca Roseti, la parte querelante, cioè la Human Brain Wawe, ritiene che la società Ctvs starebbe commercializzando un disgregatore di tessuti denominato Medicons-P «in violazione della privativa industriale della Hbw, grazie alla conoscenza del know how aziendale».

IL BREVETTO VIOLATO E IL CONTENZIOSO GIUDIZIARIO

Dall’indagine è del resto emerso lo stretto rapporto di «collaborazione» che per anni ha legato le due aziende: «Ctvs – ricorda il giudice nel provvedimento – possiede fin dalla costituzione l’1% di Hbw e l’indagato Roggero è stato consigliere del Cda della Hbw, con ampi poteri di rappresentanza, fino al 2015. Peraltro tra Hbw e Ctvs è intercorsa una collaborazione industriale, ad oggi conclusa, che prevedeva che la seconda producesse in esclusiva per la prima proprio i dispositivi oggetto di brevetto». Una volta che la ditta bresciana ha iniziato la commercializzazione del proprio prodotto, risultato poi del tutto simile e sovrapponibile all’originale Rigeneracons, ecco che gli strascichi giudiziari non si sono fatti attendere. Circostanza piuttosto singolare: «Nonostante il Medicons-P non sia certificato come dispositivo medico, a differenza del Rigeneracons, sulla confezione del kit che lo contiene si indica la compatibilità dello stesso con il sistema Rigenera».

IL PARERE DEI CONSULENTI INCARICATI DALLA PROCURA

All’interno dell’ordinanza il gip di Torino riporta inoltre i passaggi salienti delle risultanze alle quali sono pervenuti i consulenti incaricati dalla Procura stessa: «Il dispositivo Medicons-P della Ctvs è fortemente similare al Rigeneracons della Hbw (sono assimilabili per forma, geometria e materiali impiegati) e se ne differenzia solo per il fatto che presenta una piastra di materiale polimerico anziché metallico, come avviene in quello coperto da breve». Non solo, «il dispositivo Medicons-P è destinato al medesimo scopo del Rigeracons e la circostanza che lo stesso non sia certificato come dispositivo medico costituisce “un tecnicismo volto a eludere la normativa, oltre che ad aumentarne la possibilità di impiego e, dunque, di vendita”».

PARLA L’AVVOCATO DELL’HBW ALEXANDRO MARIA TIRELLI

Nonostante le conclusioni dei propri consulenti tecnici, la Procura ha però avanzato istanza di archiviazione. Richiesta che il giudice Roseti ha respinto, invitando il pubblico ministero a formulare entro dieci giorni l’imputazione nei confronti di Armando Roggero per i reati di rivelazione di segreti scientifici e industriali, e fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale. Sul punto, il commento dell’avvocato Alexandro Maria Tirelli, il legale che rappresenta l’Hbw, è tranchant: «Rilevo che la Procura di Torino sui reati finanziari ed economici ha avuto spesso un atteggiamento non adeguato alla necessità di tutela delle aziende italiane sul piano internazionale, soprattutto nei settori strategici. Il provvedimento del gip è però estremamente apprezzabile perché censura un’indagine che è parsa inadeguata alla delicatezza del caso». La spy story, a quanto pare, è appena all’inizio.

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