domenica, 24 Novembre 2024
Stop ad Astrazeneca per gli under 60, seconda dose con Pfizer o Moderna
Niente più vaccino di AstraZeneca per gli under 60, che sia prima ma anche seconda dose. È questa la decisione del Ministero della Salute dopo aver sentito il Comitato tecnico scientifico e resa pubblica nella conferenza stampa a cui ha partecipato il Ministro Roberto Speranza insieme al commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, il coordinatore del Cts Franco Locatelli e il portavoce del Cts Silvio Brusaferro.
A riaprire il dibattito sollevando nuovi dubbi sul vaccino dell’azienda anglo-svedese la morte per una trombosi della diciottenne ligure Martina Canepa che aveva ricevuto una dose di Astrazeneca all’open day della sua Asl ma che, da quanto si apprende, soffriva di piastrinopenia auto immune. Solo le indagini in corso stabiliranno se Martina aveva comunicato questa patologia al medico che ha effettuato la normale anamnesi pre-inoculazione.
Si tratta di una decisione importante che complicherà, vedremo quanto, l’organizzazione del piano vaccinale in corso. Toccherà al commissario straordinario gestire la distribuzione delle dosi e non sono esclusi al momento dei ritardi. « Sono sicuro che l’impatto sarà azzerato tra luglio e agosto» ha spiegato il Gen. Figliuolo.
Ma anche dal punto di vista clinico è di fatto una novità quella di differenziare tipologia di vaccino sui pazienti tra prima e seconda dose. Un mix di cui si parla ormai da settimane ma che fino ad ora non aveva avuto alcun tipo di via libera.
Dopo la morte della studentessa la frase degli esperti “i benefici sono maggiori dei rischi” non convince gli italiani ed è nuovamente iniziata la psicosi da Astrazeneca. Ad alimentare le perplessità sul vaccino nel corso del tempo sono state alcune morti sospette e le posizioni del Governo e del mondo scientifico mutate nel corso dei mesi a seconda degli eventi e della disponibilità dei vaccini. Inoltre in seguito al decesso della giovane studentessa sono stati stoppati diversi degli open day previsti nel weekend con Astrazeneca nelle regioni.
Caos su Astrazeneca/Vaxzevria
Fin dal principio il vaccino Astrazeneca è stato al centro di polemiche divisioni e cambi di opinione. In una circolare del Ministero della Salute del 22 febbraio 2021 il vaccino Astrazeneca poteva essere somministrato nella fascia di età compresa tra i 18 e i 65 anni ad eccezione dei soggetti estremamente vulnerabili.Il 7 aprile 2021 in un’altra circolare cambia l’età delle somministrazioni. Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Giovanni Rezza alla luce di nuove evidenze raccomanda un uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni di Astrazeneca/Vaxzevria. Stesse valutazioni espresse anche dal Ministro della Salute Roberto Speranza, in un question time al Senato: “l’uso preferenziale del vaccino AstraZeneca agli over 60. Aifa ha ribadito che il profilo beneficio-rischio è più favorevole all’aumento dell’età.” Anche l’EMA il 23 aprile ha confermato che i “benefici della vaccinazione con AstraZeneca aumentano con l’aumentare dell’età e dei tassi di infezione”. Incerta è stata invece la valutazione del 26 maggio dell’Aifa: “la somministrazione di Vaxzevria nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto, e sul quale vi sono margini di incertezza”. L’onda dell’incertezza però non ha fermato molte regioni che hanno dato il via a maggio agli Open Day con i vaccini Astrazeneca rimasti in eccesso ai più giovani. Infine il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri dopo il decesso della studentessa ligure ha sottolineato che le nuove valutazioni potrebbero portare a dei limiti di non fattibilità sotto i 30 o i 40 anni: “mentre una revisione non la farei sopra i 50 anni, perché il rapporto tra rischi e benefici non in dubbio anche con la circolazione attuale, a favore del beneficio”.