Stralcio delle cartelle, ecco come sapere se si ha diritto a non pagare le multe

Prende ufficialmente il via il primo febbraio l’operazione “stralcio delle cartelle”, anche nel capitolo relativo alle multe stradali arretrate. La Legge di Bilancio 2023, infatti, dava come data limite ai Comuni il 31 gennaio per aderire all’iniziativa del Governo Meloni che, con la Legge di Bilancio 2023, ha deciso di andare incontro agli automobilisti morosi annullando le multe sotto i mille euro ricevute tra il 2000 e il 2015. Ma se per le sanzioni comminate da Polizia e Carabinieri – le cosiddette multe ‘statali’ – l’annullamento è automatico e riguarda l’intera cifra- in quanto l’ente creditore è lo Stato promotore dell’iniziativa – per quanto riguarda le altre sanzioni le cose sono più complesse.

Cosa dice la legge

Intanto lo “sconto” riguarda solo gli interessi di mora e i ritardi mentre la sanzione in sé va pagata. Nel caso delle multe stradali, che raddoppiano automaticamente dopo 60 giorni, l’importo che resta da pagare è quello già raddoppiato. Inoltre la decisione di aderire o meno all’iniziativa, come anticipato, era a discrezione del comune che aveva tempo fino al 31gennaio per deliberare la decisione. Oggi, quindi, sui siti internet delle varie amministrazioni comunali, per legge, deve comparare la segnalazione dell’adesione o meno allo stralcio degli interessi di mora e ritardo dalle cartelle. Tra i grandi comuni italiani non hanno aderito né Roma, né Milano, né Bologna, Firenze e Verona mentre il sì è arrivato da Napoli, Messina e Torino. E’ chiaro che le casse erariali delle amministrazioni locali non hanno visto di buon occhio l’imminente perdita di una buona fetta delle loro entrate e quindi il No è stato abbastanza generalizzato come confermato da Anci.

La rottamazione cuater

Resta però un’altra possibilità per gli automobilisti morosi di scampare agli interessi e cioè quella di usufruire della ‘rottamazione cuater’ prevista dalla stessa Legge di Bilancio. Per farlo sarà necessario presentare una richiesta online all’Agenzia delle Entrate entro il 30 aprile 2023. In questo caso, l’effetto sarà lo stesso dello stralcio: non si dovranno pagare le maggiorazioni egli interessi, ma la multa in sé (raddoppiata) sì. Inoltre saranno dovute anche le spese dell’agente di riscossione. Una volta fatta istanza sarà obbligatorio versare la cifra dovuta entro 5 giorni.

Lo stralcio delle cartelle tributarie

Lo stralcio delle vecchie cartelle tributarie sarà totale e automatico per le cifre non superiori a mille euro (affidate all’agente della riscossione entro il 31 dicembre 2015). Anche in questo caso ci sono differenze che dipendono dalla natura dell’ente creditore ovvero se si tratta dello Stato o dei Comuni.

Per le entrate di Comuni, Province e Regioni lo stralcio automatico riguarda le somme aggiuntive rispetto alla sorte capitale (per esempio in caso di ruolo Ici/Imu, le sanzioni e gli interessi), ma l’imposta resta dovuta.

Prescrizione del debito

Per scampare al Fisco un’ultima possibilità, ovvero quella di appellarsi alla prescrizione del debito. In caso in cui le le cartelle di pagamento fossero state notificate “fuori tempo massimo” o che l’agente della riscossione non sia intervenuto in maniera tempestiva dopo la notifica è possibile appellarsi alla prescrizione del debito. Per verificare come la pratica notificata sia stata gestita dall’agente è necessario effettuare un accesso agli atti presso l’agente della riscossione, per verificare se da essi emerge che l’interruzione è stata effettivamente realizzata. Se questo non è avvenuto la questione si sposta dalla sanatoria a unricorso contro la cartella.

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