Taglio del cuneo e flat tax: la manovra Meloni ereditata da Draghi

Ci vuole poco per dare un giudizio alla manovra economica 2023, la prima del governo di Giorgia Meloni. Innanzitutto le buone notizie: in molti l’estate scorsa, allo scioglimento delle camere dopo la crisi del governo Draghi, dicevano che non avremmo avuto il tempo di mettere insieme il documento fondamentale. Si parlava addirittura di «esercizio provvisorio»; ed invece ecco che, in tempi brevissimi, si è raggiunto l’obiettivo.

Sul resto, sui provvedimenti, le scelte fatte, i tagli e le sovvenzioni, non si può dimenticare che Giorgia Meloni si è trovata costretta a dover fare i conti con un portafoglio senza soldi. Impossibile quindi ipotizzare chissà quale riforma e rivoluzione; queste sono cose che costano e la cassa è vuota. Non solo. Va poi aggiunto che la crisi economica ed il caro bollette ha fatto il resto obbligando il Ministro dell’Economia Giorgetti, la premier e tutta la maggioranza, a destinare proprio lì la gran parte delle (scarse) risorse.

Insomma, questa manovra era di fatto già scritta; impossibile fare di più o cose diverse. Per il resto i vari partiti della maggioranza possono dichiarare ai loro elettori di aver mantenuto in parte le loro promesse pre-voto.

Si comincia con la riduzione del Reddito di Cittadinanza, uno dei punti cardine della coalizione di centrodestra: cancellarlo era impossibile, modificarlo invece si. Ed ecco la riduzione temporale dell’assegno per chi può lavorare (da 12 a 8 mesi) e la promessa che nel 2024 per queste persone sparirà del tutto.Salvini può raccontare che la Flat-Tax è stata ampliata, Giorgetti parla di manovra coraggiosa. Forza Italia invece di aver innalzato (di poco, ma tanto basta in tempi di magra) le pensioni minime. Soprattutto però la Meloni è riuscita a mantenere ancora una volta il punto: niente scostamento di bilancio, aveva detto, ed ha mantenuto la parola.La sensazione palpabile che esce dalle varie dichiarazioni soddisfatte dei diversi leader di maggioranza è che questa manovra «di guerra» sia solo l’inizio di un percorso di cambiamenti fiscali, pensionistici, economici pensata per i prossimi 5 anni ed il futuro dovrebbe essere più favorevole e ricco.L’opposizione ovviamente attacca, Duro, molto duro, soprattutto Giuseppe Conte che ha minacciato l’uso della «piazza» in caso di grosse modifiche sul reddito di Cittadinanza. Il Pd parla di una manovra che «non risponde alle esigenze del paese». Opinioni.I fatti però sono chiari: nessuno avrebbe potuto fare prima e molto meglio. Nemmeno Draghi. Figuriamoci la sinistra.

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