mercoledì, 27 Novembre 2024
Tensione alle stelle e maggioranza divisa sulla Delega Fiscale
Sempre più nervosismo sulla delega fiscale, tanto che la seduta prevista per oggi è stata rimandata, per richiesta della Lega e di Forza Italia. “Con un ulteriore e ultimo gesto di apertura e disponibilità, molto probabilmente la seduta di stasera slitterà alle 13.30 di domani, qualsiasi cosa succeda, votiamo. L’obiettivo è giungere a un accordo sul pacchetto (proposto dal Mef), e questo implica che la maggioranza deve ritirare tutti gli emendamenti”, dichiara il presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin (Iv), al termine della riunione di maggioranza sulla delega fiscale in cui FI e Lega hanno posto condizioni per l’intesa. Il Carroccio ha infatti chiesto come non “devono aumentare le tasse su Bot e locazioni”. Alberto Gusmeroli, deputato della Lega e vicepresidente della commissione Finanze ha spiegato come il suo partito ha posto come “condizione per portare avanti l’esame della delega fiscale, con l’accordo proposto dal Mef, non solo i pareri parlamentari sui decreti attuativi ma anche l’accoglimento di un emendamento sul mantenimento dell’imposta attuale per le cedolari esistenti”. Sul punto Marattin ha osservato che se la Lega manterrà questo atteggiamento, “evidentemente in commissione possiamo anche dare mandato al relatore sul testo originale, senza modifiche”.
Sull’altro emendamento posto come condizione da FI e Lega, quello che renderebbe vincolanti i pareri delle commissioni parlamentari sui decreti attuativi della delega (si tratterebbe di una sorta di clausola di salvaguardia contro il rischio di futuri aumenti della tassazione) Marattin ha ribadito “il parere contrario di Governo e relatore perché snatura l’impianto dello strumento della delega”, sottolineando anche che “l’istituto della legge delega non può prevedere pareri vincolanti: è un non senso”. Il Presidente della commissione Finanze inoltre si dice positivo sul fatto che si riuscirà a trovare un accordo attorno al testo di compromesso presentato dal governo e che i vari partiti ritireranno tutti gli emendamenti. Ottimismo che non sembra condiviso dal centrodestra, dato che i punti critici continuano a rimanere. Il primo tra tutti è il catasto. Sul punto la Lega continua a sottolineare il suo “totale dissenso sulla riforma, perché il passaggio delle rendite ai valori di mercato significa un aumento certo della tassa sulla casa”. Dello stesso parere anche Forza Italia che aggiunge anche come sono stati chiesti pareri vincolanti da parte del “Parlamento, anche per evitare che la riforma fiscale ed in particolar modo quella del catasto si trasformi, a causa di qualche manina, in un aumento della pressione fiscale”. Inoltre il partito di Silvio Berlusconi rimprovera il governo anche di essere stato “poco coraggio nel prevedere interventi a favore del fattore familiare e dei giovani”.
Non mancano però gli aspetti positivi sul testo di compromesso presentato dal governo a inizio settimana ai partiti della maggioranza. Il centrodestra è infatti abbastanza soddisfatto dello scivolo per la flat tax: “vediamo con favore lo scivolo per chi supera i 65.000 euro di fatturato uscendo dalla flat tax”, sottolinea Sestino Giacomoni, componente del coordinamento di presidenza di Fi. E aggiunge la Lega: siamo “parzialmente soddisfatti per la conferma della mini flat tax a 65.000 euro con due anni di scivolo, provvedimento peraltro già approvato grazie alla Lega al governo nel 2018”. Note positive anche per il superamento dell’Irap per le società di persone e gli studi associati, per la rateizzazione dei saldi e degli acconti e per la riduzione della ritenuta d’acconto. “Resta comunque fermo il nostro totale dissenso su qualsiasi nuova tassa su titoli di stato e cedolari sulle locazioni: dopo il Covid e il caro bollette, gli italiani non hanno bisogno di altre stangate, ma un fisco più semplice e meno esoso” sottolineano i deputati della Lega Massimo Bitonci, capogruppo in commissione Bilancio, e Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione Finanze, al termine del vertice di maggioranza sulla delega fiscale.