mercoledì, 27 Novembre 2024
Tensione tra i sanguinari ceceni e Mosca
Inizia a scricchiolare il rapporto tra il sanguinario leader della Cecenia Ramzan Kadyrov, che ha mandato più di 10.000 suoi uomini a dar man forte ai russi in Ucraina, e una parte dell’élite russa. Un fatto che il quotidiano russo Pravda ha sottolineato in un articolo dal titolo: «Kadyrov e Peskov: i disaccordi all’interno dell’élite russa hanno raggiunto un livello pericoloso». In precedenza, lo stesso Kadyrov si era lamentato sul suo canale Telegram della mancanza a suo dire di ferocia da parte dei soldati russi. Circostanza a dir poco incredibile se si pensa a ciò che sta emergendo in questi ultimi giorni dove si scoprono le fosse comuni dove sono stati gettati i corpi di donne, uomini, anziani e bambini, torturati e poi stuprati prima di essere uccisi dai soldati russi che stanno anche razziando tutto quello che possono, uno sconcio bottino di guerra che poi inviano poi via Bielorussia alle loro famiglie. E’ la sintesi del potere putiniano; “voi prendete quello che volete, io faccio lo stesso”, ed è cosi che è diventato l’uomo più ricco del mondo visto che ha patrimonio stimato in 200 miliardi di dollari fatti di beni tutti intestati e nascosti dai suoi fedelissimi.
Per tornare al presidente ceceno, va ricordato che questi se l’è presa con l’addetto stampa del Cremlino Dimitry Peskov, che considera un “Patriota”, con il conduttore televisivo Ivan Urgant, famoso in patria per il suo show Vercherniy Urgant (Sera Urgant) trasmesso su Pervyj Kanal, il Primo canale televisivo nazionale, che dopo aver chiesto la pace in Ucraina, ha lasciato la Russia per “andare in Israele con la famiglia”. Ramzan Kadyrov ha risposto a Peskov attraverso il suo canale Telegram: «Non lo sapevo, ma ora scopro che per diventare un patriota del tuo Paese, devi criticare le azioni della Russia, andare all’estero e ad alta voce e pateticamente e poi, quando magari confronto diminuisce, si torna indietro come se nulla fosse». Poi Kadyrov ha rincarato la dose in un post successivo: «Gli eroi non possono essere chiamati eroi, i generali non sono chiamati generali, i codardi fuggitivi sono chiamati patrioti e anche di più. La scala delle priorità di Peskov è in qualche modo immatura. Bisogna fare qualcosa al riguardo», ha concluso il leader ceceno. Un attacco senza precedenti a Dimitry Peskov che gode della totale fiducia di Vladimir Putin, che non è intervenuto pubblicamente sugli apparenti disaccordi all’interno della sua squadra.
Un fatto che non può che ridurre la motivazione dell’esercito e del popolo, aldilà dei sondaggi che dicono che Putin ha l’83%, dei consensi in merito alla guerra contro gli ucraini che la Pravda definisce «nazisti ucraini». Ve lo immaginate un sondaggista che chiama al telefono un operaio di Mosca e gli chiede «Salve, stiamo facendo un sondaggio dove viene chiesto: «Lei approva la guerra voluta dal nostro presidente contro i nazisti ucraini?», e vi immaginate cosa accadrebbe se si rispondesse: «Io disapprovo la guerra e quello che stiamo facendo in Ucraina». Quanti minuti passerebbero prima che qualcuno arrivasse a casa sua per portarlo da qualche parte a fare “una chiacchierata tra amici”, dalla quale potrebbe non tornare più? Sicuramente molto pochi.
Per tornare ai ceceni alleati della Russia (ci sono battaglioni di ceceni che combattono con gli ucraini perché odiano Putin per le due guerre cecene), non sono riusciti fino ad oggi a compiere la loro missione che era quella di uccidere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sfuggito a ben sei attentati, quattro dei quali orditi dagli uomini di Ramzan Kadyrov a sua volta satrapo e assassino.