Texas, utenti censurati possono citare in giudizio i social

(ANSA) – MILANO, 13 MAG – La Corte d’appello degli Stati
Uniti per il quinto circuito ha sospeso l’ingiunzione temporanea
sulla controversa legge HB 20 a cui un precedente tribunale
aveva bloccato l’entrata in vigore lo scorso anno. Si tratta
della possibilità, per gli iscritti ai social network, di citare
in giudizio la piattaforma se questa censura post o ne sospende
il profilo per ragioni politiche. Il primo sostenitore della
legge è stato Donald Trump, bannato da Twitter a gennaio del
2021. Nei giorni scorsi Elon Musk avevano affermato che era
stato un errore bannare il tycoon dal microblog. La legge HB 20
interessa tutti i servizi web che hanno più di 50 milioni di
iscritti mensili attivi e si basano principalmente sui contenuti
generati dagli utenti. Ciò include reti come Facebook ma anche
molti siti e app più piccole. La norma applica anche regole
specifiche ai provider di posta elettronica. I gruppi
commerciali dell’industria tecnologica NetChoice e la Computer
and Communications Industry Association (CCIA) erano riusciti a
bloccare la legge in tribunale nel 2021. Una vittoria annullata
dalla Fifth Circuit Court of Appeals. HB 20 si riferisce alle
decisioni prese dai social e altre piattaforme dopo la sua
entrata in vigore, quindi gli utenti lesi non possono citare in
giudizio le app per avvenimenti passati. I critici della mossa
politica tirano in ballo il Primo Emendamento: “La legge del
Texas viola il Primo Emendamento perché obbliga i social media a
pubblicare discorsi a cui non vogliono dar seguito. Peggio
ancora, la decisione darebbe al governo un ampio potere di
censurare e distorcere il discorso pubblico” ha affermato Scott
Wilkens, avvocato senior del Knight First Amendment Institute
come riporta The Verge. (ANSA).
   

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