sabato, 8 Febbraio 2025
The Last Duel: Matt Damon, Ben Affleck e Jodie Comer presentano il nuovo film di Ridley Scott
Il 14 ottobre arriverà nelle nostre sale The Last Duel, l’ultima fatica di Ridley Scott. Interpretato dal vincitore dell’Oscar Matt Damon, dal due volte candidato all’Oscar Adam Driver (Storia di un matrimonio, BlacKkKlansman), dalla vincitrice dell’Emmy Jodie Comer (Killing Eve, Free Guy – Eroe per Gioco) e dal due volte premio Oscar Ben Affleck (Argo, Will Hunting – Genio ribelle), il film porta sul grande schermo il libro di Eric Jager L’Ultimo Duello – The Last Duel.
La trama
Basato su eventi reali, il film rivela ipotesi a lungo sostenute sull’ultimo duello autorizzato in Francia tra Jean de Carrouges (Matt Damon) e Jacques Le Gris (Adam Driver), due amici diventati acerrimi rivali. Carrouges è un rispettato cavaliere noto per il suo coraggio e la sua abilità sul campo di battaglia. Le Gris è uno scudiero normanno la cui intelligenza ed eloquenza lo rendono uno dei nobili più ammirati a corte. Quando la moglie di Carrouges, Marguerite (Jodie Comer), viene ferocemente aggredita da Le Gris, accusa che lui nega, lei si rifiuta di rimanere in silenzio, facendosi avanti per accusare il suo aggressore: un atto di coraggio e di sfida che mette in pericolo la sua vita. Il conseguente processo per combattimento, un estenuante duello all’ultimo sangue, mette il destino di tutti e tre nelle mani di Dio.
Il trailer
Abbiamo incontrato il cast nel corso di una conferenza stampa via Zoom, che ci ha permesso di scoprire molti dettagli su questa pellicola, una storia di tradimento e vendetta ambientata nella brutalità della Francia del XIV secolo, e raccontata attraverso tre punti di vista.
Dopo Will Hunting, Matt Damon e Ben Affleck di nuovo insieme
Matt Damon e Ben Affleck sono gli autori della sceneggiatura, scritta in collaborazione con la candidata all’Oscar Nicole Holofcener (Copia originale).
Dopo Will Hunting – Genio ribelle, i due attori sono tornati a collaborare per lo script di un film. Una lunga pausa di ben 25 anni, che a quanto pare è servita per acquistare più consapevolezza:
Penso che nel profondo avessimo paura di tornare a scrivere. La prima volta che lo abbiamo fatto è stato così faticoso, perché non sapevamo quello che stavamo facendo. Ci sono voluti letteralmente degli anni. Ma penso che fare film nel corso di questi 25 anni, anche solo per osmosi, ci abbia insegnato molto. Proprio per questo il processo di scrittura si è poi rivelato così efficiente. Ma anche supplicare una scrittrice del calibro di Nicole Holofcener di venire ad aiutarci si è rivelata una buona idea. Con lei a bordo è stato tutto più semplice.
Il contributo di Nicole Holofcener, che ha scritto tutto il terzo atto, si è rivelato fondamentale:
Matt e Ben avevano già iniziato a lavorarci e avevano deciso di scriverlo attraverso tre punti di vista. E mi hanno chiesto di scrivere l’ultima parte. Ed ero così entusiasta. Ero lusingata ed emozionata, non ero sicura di poterlo fare ma l’ho fatto. È stato un processo all’insegna della collaborazione.
Come rivelato da Matt Damon:
L’idea era che il mondo delle donne venisse totalmente ignorato e trascurato nei primi due atti del film, per poi essere svelato nel terzo atto. Nicole ha scritto fondamentalmente una sceneggiatura originale perché gli uomini dell’epoca trascrivevano tutto in modo molto meticoloso, ma non registravano mai quello che facevano le donne. Così Nicole ha dovuto creare il mondo di Jodie, il mondo di Marguerite, dal nulla.
Per Ben Affleck il punto di vista femminile si è rivelato fondamentale per questa storia. Attraverso la rappresentazione storica è infatti possibile riflettere sul presente:
Volevamo anche evidenziare il fatto che, storicamente, le persone sono in gran parte abituate al fatto che le donne siano dei personaggi secondari.
Volevamo mostrare il modo in cui le istituzioni corrotte, moralmente in bancarotta e misogine creano e producono persone che riflettono quei valori.
Il fascino di più punti di vista
Il fatto che la stessa storia sia raccontata attraverso tre punti di vista differenti è indubbiamente affascinante, ma come sottolineato da Ben Affleck ha rappresenta una grande sfida:
È stata una grande sfida perché non volevamo imbrogliare. Non volevamo che diventasse una cosa del tipo “Oh, e dal mio punto di vista succede tutta un’altra cosa”. Il film cerca sul serio di ricreare e riflettere quel fenomeno per cui due persone possono avere una conversazione e nel momento in cui chiederai cosa è successo ti diranno nella maniera più sincera cose diverse. E quelle esperienze di solito sono frutto dei luoghi da cui provengono, dei loro valori, dei loro bisogni.
Dello stesso parere anche Jodie Comer, che per la prima volta si è ritrovata lavorare con un regista del calibro di Ridley Scott.
Ho letto la sceneggiatura ed ero così affascinata dalla sua struttura e dall’idea che ci fossero più prospettive ma, alla fine, una sola verità. Poi ricordo di aver incontrato Matt e lui mi ha parlato di Ridley Scott e mi ha detto cose come “Devi sapere che lui lavora ad un certo ritmo… usa quattro, cinque macchine da presa contemporaneamente. È molto veloce”. Poi sono arrivato sul set e ho capito che non stava scherzando. Non ho mai lavorato in questo modo prima d’ora. È stato molto affascinante vedere il modo in cui prende le sue decisioni, la sua attenzione per i dettagli, che passa attraverso i personaggi, le location, le scenografie.
E come confermato da Matt Damon, la mano di Ridley Scott si nota anche nella rappresentazione del duello al centro della storia:
Il Duello è descritto in maniera molto approfondita nel libro ma non è cinematografico. Quindi Ridley ha mantenuto le ossa del duello, ma Rob Inch, il nostro coordinatore degli stunt, ha inventato questa bellissima coreografia con Ridley.
QUI trovate la nostra recensione