The Regime su Sky avrebbe strappato un applauso a Charlie Chaplin

The Regime meriterà una seconda visione a prescindere, perché quello che Will Tracy ci ha donato, più che una sorta di dark political comedy grottesca e sardonica, è una sorta di instant movie, in cui l’ironia abbraccia l’attualità, la memoria storica rende l’insieme pregno di un impegno civile da non sottovalutare. Certo, tutto è sottomesso alla finalità di divertissement, ma questa miniserie, dominata da una grandissima Kate Winslet, è uno dei prodotti più originali arrivati da diverso tempo a questa parte.

Una Dittatrice che domina in un mondo sinistramente familiare

The Regime è ambientato in uno sconosciuto paese dell’Europa orientale, in cui le libertà fondamentali sono state soppresse e dove domina la Cancelliera Elena Vernham, a cui Kate Winslet sa regalare una delle personalità più eccentriche, strane eppure storicamente realistiche che si siano mai viste sul piccolo schermo. Matthias Schoenaerts è Herbert Zubakinter detto Il Macellaio, un soldato afflitto da una marea di tic e disturbi post traumatici, che diventa per una serie di strane circostanze il confidente e poi il braccio destro di questa strana dittatrice, tanto stramba, eccentrica e fragile, quanto feroce e implacabile. Attorno a Elena, The Regime fa ruotare una galassia di personaggi tra il ridicolo e l’assurdo, a maggior gloria di un cast che comprende Hugh Grant, Andrea Riseborough, Guillaume Gallienne e Martha Plimpton. Tutti assieme compongono la fauna di questo piccolo universo completamente isolato dal resto del mondo, che a breve comincerà un’invasione verso un vicino indipendente e sovrano, incasinerà la politica internazionale e continuerà ad atterrire ed impoverire il proprio popolo. Intanto lei, la Cancelliera, si erode nel suo delirio a metà tra onnipotenza e terrore quotidiano, ipocondriaca e priva di ogni ritegno. Ogni riferimento a ciò che sta succedendo in Ucraina non è assolutamente casuale, non è difficile in effetti leggervi il desiderio da parte di Tracy di fare ciò che fece Charlie Chaplin a suo tempo fece con Il Dittatore: mettere alla berlina Il Mostro. Ma poi ecco che viene in mente anche Woody Allen con Il dittatore dello stato libero di Bananas e via via potremmo trovare altri eccellenti precedenti con cui guardare a questa serie, esteticamente incredibile, con una regia fantastica e scenografie studiate al millimetro. Certo, The Regime non è una serie facilissime da cogliere, richiede allo spettatore un certo impegno, superiore a quella della media degli altri prodotti presenti, ma fidatevi che il prezzo che pagherete vi darà modo di guardare alla Storia, non solo quella recente, in modo assolutamente nuovo e più veritiero.

Un inquietante ritratto della banalità del potere

Difficile trovare un momento migliore degli altri, difficile anche scegliere se ridere, piangere o trovare tutto questo inquietante perché così straordinariamente vicino al mondo reale. Kate Winslet si conferma attrice di punta della sua generazione, questa sua Elena riporta in vita tanti dittatori, signori assoluti, caudilli, colonnelli, che hanno fatto e continuano a fare il feroce lavoro del potere. Il mito della sua infallibilità, le sue fobie incontrollabili, non possono non far pensare naturalmente ad Adolf Hitler, ma la ridicolaggine di lei e della sua Corte, sposano anche la memoria di Mussolini, di Nerone, di Mao e Ceausescu. Il modo in cui vede sé stessa, la necessità di distruggere ogni dissenso autogiustificandosi con il patriottismo, è solo uno dei tanti elementi con cui The Regime guarda alla Russia di oggi, così come a quella del passato, tra stalinismo e delle fasi successive. Insomma, non se ne salva uno qui dentro, mentre seguiamo questo soldato che cerca di capire come sopravvivere in questo mondo, fino a diventare complice di una follia generalizzata. The Regime più che ricordarci la banalità del male, ci ricorda quanto questa banalità ami vestirsi di ricche effigi, grandi cerimoniali, dare licenza ad una sopravvalutazione di sé stessi che ogni dittatore ha sempre trovato irresistibile. La totale inefficienza che traspare dell’insieme è pareggiata solo dalla visione verticistica della società e del mondo, dall’assenza di empatia che domina i Palazzi di ogni epoca. Elena ha caldo? Tutti congelino. Elena non ha fame? Nessuno mangi. Non è una visione distorta del potere come isolamento, ma il volto reale del totalitarismo applicato alla nostra quotidianità anche nell’Occidente, nel mondo dei Guru e via dicendo. Si scorgono persino diverse citazioni ad alcuni dei momenti cardine di The Crown, che pareva aver umanizzato il potere.The Regime forse soffre di un eccesso di manierismo, ma era dai tempi di Morto Stalin, se ne fa un altro che non avevamo un racconto satirico e feroce così originale. The Regime alla fine lascia un freddissimo brivido lungo la schiena, a pensare come nel XXI secolo, nella nostra Europa, non siano in pochi politici ad assomigliare a lei, alla Cancelliera.

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