Titanic torna al cinema: i segreti del classico di James Cameron

Il 9 febbraio tornerà nelle sale ancora una volta, anche in 3D, Titanic, il capolavoro di James Cameron, in occasione del suo 25° anniversario. Chi lo vide all’epoca tornerà di corsa a vederlo, ma questa riedizione del film sarà anche l’occasione perfetta per chi non l’ha mai visto come andrebbe visto: su uno schermo gigante. Perché Titanic è una delle massime espressioni del CINEMA, tutto maiuscolo, a 360°. È una storia d’amore, certamente, e una delle più romantiche e potenti di sempre – “Romeo e Giulietta sul Titanic”, come la definì Cameron. Ma è anche disaster movie, thriller e allegoria su una società e la sua fine. Tutto questo è perfettamente equilibrato nel film che trasformò Leonardo DiCaprio e Kate Winslet in superstar, cementò l’immagine di Cameron come regista dei più grandi successi del mondo e vinse infine undici Oscar, eguagliando il record detenuto da Ben-Hur. In attesa di rivedere Titanic sul grande schermo, ecco i segreti della lavorazione del film.

DiCaprio e Winslet non erano le prime scelte di Cameron

Per quanto ormai i ruoli di Jack e Rose siano sinonimi dei loro interpreti, Leonardo DiCaprio e Kate Winslet non erano le prime scelte di Cameron. La prima scelta per il ruolo di Jack era River Phoenix, morto però nel 1993, due anni prima che la lavorazione di Titanic iniziasse. Cameron ha poi considerato Matthew McConaughey, Chris O’Donnell, Billy Crudup e Stephen Dorff, reputati già troppo vecchi, e Jared Leto, che però si rifiutò di fare il provino. Tom Cruise era interessato, ma chiedeva troppo. Lo stesso DiCaprio si rifiutava di fare provini, ma alla fine Cameron lo convinse. Il regista ha raccontato che Leo si rifiutò di leggere una scena romantica con Kate Winslet: “La lesse una volta, poi iniziò a fare lo scemo e non riuscivo a farlo concentrare di nuovo. Ma per un millesimo di secondo, un raggio di luce scese dal cielo e illuminò la foresta”. Per il ruolo di Rose, invece, furono considerate Gwyneth Paltrow, Winona Ryder, Claire Danes, Gabrielle Anwar e Reese Witherspoon. Kate Winslet lo vinse grazie alla sua tenacia e insistenza, dopo aver più volte chiamato il regista per convincerlo che Rose era lei e nessun’altra.

Gli effetti visivi

Come sempre, Cameron usò il film per spingere in là l’asticella degli effetti visivi, combinando CGI all’ultimo grido, creata da Digital Domain e Pacific Data Images, con modellini accuratissimi, basati in parte sulle cianografie originali del Titanic, fornite da Harland and Wolff, i costruttori della nave. Fox acquisì un lotto di 40 acri sul lungomare di Playas de Rosarito, in Messico, dove fece costruire una cosiddetta horizon tank, ovvero una tanica costruita dentro l’oceano, di oltre 64 milioni di litri. Quella tanica fu utilizzata per girare le scene con il modellino 1:1 del Titanic, contenente il set del ponte della nave, in grado di inclinarsi per le riprese del naufragio. Inoltre, Cameron fece costruire due modellini in scala: uno di 14 metri della nave intera, e uno di 20 metri della poppa, in grado di spezzarsi ripetutamente in due. Quest’ultima era l’unica miniatura utilizzabile nell’acqua, mentre quella della nave venne ripresa a secco, e circondata poi dall’oceano ricreato digitalmente. Nelle scene girate con questo modellino, inoltre, le comparse vennero create in CGI usando il motion capture. Anche le persone che cadono in acqua quando la nave è inclinata sono ovviamente comparse digitali.

Un uomo rinascimentale

C’è un momento chiave nella vita di James Cameron, quando, dopo essersi iscritto al college per studiare fisica, decise di cambiare materia e infine di lasciare il college. Grazie a questa sliding door abbiamo ottenuto il regista di Aliens, Terminator e Titanic, ma la passione per la scienza non ha mai abbandonato Cameron. Il regista è un vero e proprio uomo rinascimentale: la sua passione per la tecnologia è ben nota, ed è spesso la ragione che lo spinge a intraprendere determinati progetti (come Avatar). Altrettanto nota è la sua passione per le immersioni, che l’ha portato a dirigere i documentari Ghosts of the Abyss e Alieni degli abissi. Durante la lavorazione di Titanic, Cameron esplorò il relitto della nave, a circa 690 chilometri dalle coste di Terranova, per girare le scene del relitto che si vedono nel film. La troupe si immerse dodici volte nel 1995, causando anche inavvertitamente danni al relitto. Cameron giustificò così la sua scelta ai dirigenti Fox:

Dissi: “Ascoltate, dobbiamo girare questa scena iniziale in cui stanno esplorando il Titanic e trovano il diamante […]. Ora, possiamo farlo usando elaborati modellini e riprese in motion control e CGI eccetera, che vi costerà X. O possiamo spendere X più il 30% e girare nel vero relitto.

James Cameron, l’urlatore

Durante le riprese di Titanic, James Cameron si guadagnò anche la nomea di “uomo più spaventoso a Hollywood”. Molte testimonianze lo ricordano come un leader militare che, spesso, urlava in faccia a cast e troupe, iper-meticoloso e preciso, tanto da sacrificare spesso la tranquillità sul set all’altare della sua visione. Kate Winslet giurò che non avrebbe mai più lavorato con lui, a meno che non fosse stata pagata molto bene. Alla fine, però, i due sono tornati a collaborare in Avatar: La via dell’acqua, e Winslet ha anche elogiato Cameron, descrivendolo come un uomo cambiato. Da parte sua, Cameron ha ammesso di essere un tipo esigente e non si è mai scusato: “La realizzazione di un film è guerra. Una grande battaglia tra business ed estetica”.

Un giorno da ricordare

Il 9 agosto 1996, durante le riprese del prologo e dell’epilogo del film sulla nave Akademik Mstislav Keldysh, la stessa che servì da base per l’esplorazione del relitto del Titanic, un mai identificato membro della troupe introdusse l’allucinogeno PCP nella zuppa, mandando oltre cinquanta persone all’ospedale, incluso l’attore Bill Paxton. Cameron riuscì a vomitare prima che la droga facesse pienamente effetto. L’attore Lewis Abernathy ricorda: “C’era gente che rotolava in giro, completamente fuori di testa”. Ed ecco come descrive Cameron stesso: “Un occhio era completamente rosso, come quello del Terminator. Una pupilla, niente iride, rosso barbabietola. L’altro occhio sembrava come se lui sniffasse colla da quando aveva quattro anni”. Il colpevole non fu mai preso.

Il braccio di ferro con 20th Century Fox

La Fox accettò di finanziare il film per mantenere buoni rapporti con Cameron, ma da subito iniziarono i dubbi. Le riprese sarebbero dovute durate 138 giorni, ma ne durarono 160. I costi raggiunsero la cifra record di 200 milioni di dollari, oltre 1 milione al minuto. All’epoca si trattava del budget più alto mai sentito per un film. Lo studio tentò di convincere Cameron a tagliare un’ora di film, per aumentare il numero di proiezioni quotidiane. Cameron si rifiutò, dicendo:

Volete tagliare il mio film? Vi toccherà licenziarmi! Volete licenziarmi? Vi toccherà uccidermi!

Fox rifiutò l’offerta di Cameron, che voleva rinunciare alla sua percentuale sui profitti, perché convinta che non ci sarebbero stati profitti. Alla fine, la soluzione fu trovare un partner per finanziare il tutto: Fox lo propose a Paramount Pictures, che accettò di dividere i costi e collaborare nella distribuzione.

Titanic: Latitudine 41° Nord

La primaria fonte di ispirazione di Cameron fu il film Titanic: Latitudine 41° Nord, diretto da Roy Ward Baker e uscito nel 1958. Da esso, il regista copiò deliberatamente alcuni dialoghi e la scena in cui i musicisti continuano a suonare durante il naufragio.

Il ritratto di Rose

Fu lo stesso Cameron a realizzare il ritratto di Kate Winslet. La scena tra Jack e Rose fu anche la prima girata da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. Cameron avrebbe voluto girarla più avanti, ma gli toccò anticiparla perché i set della nave non erano ancora pronti. Alla fine, il regista fu contento del risultato, che mostra tutto il “nervosismo, energia ed esitazione” dei due attori.

La storia tagliata

Nonostante l’importanza riposta sulla veridicità storica del film, Cameron scelse di tagliare una scena particolare che avrebbe distolto l’attenzione dalla storia principale, per quanto fosse un evento realmente accaduto. Nella realtà, infatti, la nave SS Californian, che stava navigando molto vicino, fallì nel soccorrere il Titanic perché l’equipaggio aveva spento la radio per la notte. Cameron ha spiegato di aver girato una scena sulla Californian, ma di averla tagliata per “rifocalizzare l’attenzione” sul Titanic. La metafora sulla fine del mondo poteva funzionare solo se quel mondo fosse stato un sistema chiuso.

Il vero J. Dawson

Jack Dawson, il personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio, non è mai esistito. Eppure, il produttore Jon Landau spiega che, dopo le riprese del film, scoprirono la tomba di un J. Dawson nel cimitero Fairview di Halifax, Nuova Scozia, dove 121 vittime della tragedia sono sepolte. Quel J. Dawson era in realtà Joseph Dawson, un trimmer nella stanza dei motori.

My Heart Will Go On

James Horner, autore della colonna sonora del film, scrisse My Heart Will Go On di nascosto, insieme a Will Jennings, perché sapeva che Cameron non voleva canzoni nel film. Céline Dion accettò di registrarne un demo. Dopo averla ascoltata diverse volte, il regista la approvò, convinto che un brano di successo avrebbe potuto addolcire i dirigenti Fox. Sia la colonna sonora che il brano vennero premiati con l’Oscar.

La porta

Non siete ancora convinti che Jack dovesse per forza morire nello straziante finale? Siete tra quelli che pensano che la porta avrebbe potuto reggere tutti e due? James Cameron ha chiesto alla SCIENZA per avere una risposta definitiva sulla questione! In sintesi: no, Jack non ce l’avrebbe mai potuta fare.

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